Saranno le foglie secche d’inverno. Sarà il cielo plumbeo di questi giorni. Sarà la poca gente che si incontra a piedi per le strade della Perugia zona rossa per l’emergenza Covid. Ma certo gli alberelli messi a dimora lungo viale Martiri dei Lager, al posto dei grandi pini marittimi, non fanno al momento una gran bella impressione.
I grandi pini sono stati tagliati per i disagi – è stato spiegato – causati dalle grandi radici in superficie. Che danneggiano l’asfalto e i marcipiedi.
Nella zona di Parco Martiri delle Foibe ne sono stati tagliati oltre cento, tutti all’apparenza sani. Alberi che a mano a mano vengono sostituiti con esemplari di quercus robur fastigata. Molto più gestibili. Ma che con la loro chioma piramidale non garantiscono certo l’ombra dei pini marittimi, anche una volta cresciuti. Figurarsi adesso, che sono alberelli di 4 metri scarsi.
Contro il taglio dei pini marittimi, oltre alle proteste di alcuni residenti, si era battuta un’attivista vegan, che per due mattine è riuscita da sola a fermare le ruspe. Solo un rinvio, però. Che le è costato due denunce per interruzione di pubblico servizio.
Ma in zona le polemiche non riguardano soltanto gli alberi. Il manto stradale in via Settevalli, all’altezza dell’incrocio con via Martiri dei Lager, è in condizioni pessime. E si chiede un ripristino, in attesa dell’intervento che nella zona prevede il rifacimento della sede stradale, dei marciapiedi e la realizzazione del collegamento con la pista ciclo-pedonale.