Anche per le micro e piccole imprese dell’Umbria sarà meno difficile ottenere un prestito bancario. Via libera della Regione Umbria all’applicazione della “lettera R” della legge Bassanini. La conferma è arrivata dall’assessore regionale allo sviluppo economico, Fabio Paparelli, intervenuto a un convegno sul credito organizzato a Terni da Fidimpresa e Cna Umbria.
Una disponibilità in tal senso era giunta una mese fa dalla presidente Marini, in occasione del convegno organizzato a Perugia dalla Cna. Paparelli ha informato che la Regione ha compiuto i passi necessari per formalizzare l’applicazione dell’articolo della legge Bassanini già utilizzato con successo in Toscana, Abruzzo, Toscana ed Emilia Romagna. Una novità che consentirà la creazione di una nuova filiera della garanzia, che coinvolgerà i confidi regionali delle associazioni, la finanziaria regionale Gepafin spa e il Fondo centrale di garanzia e favorirà l’erogazione di prestiti alle imprese di minori dimensioni, quelle più colpite dalla crisi.
Sempre a Terni Salvatore Santucci, presidente di Gepafin SpA, ha annunciato l’avvio di nuove misure a sostegno delle imprese per l’accesso al credito contenute nel progetto “Umbria innova”, con fondi per l’equity, per l’assicurazione diretta dei finanziamenti e per la riassicurazione delle garanzie rilasciate dai confidi. Santucci ha manifestato anche interesse ad approfondire il tema del crowdfunding.
“Il razionamento del credito ha portato alla nascita di altri canali di finanziamento. Proprio sul crowdfunding – ha dichiarato nel suo intervento Roberto Giannangeli, direttore di Cna Umbria – è partito un nostro progetto sperimentale in collaborazione con Eppela, una delle principali piattaforme Internet abilitate a svolgere attività di crowdfunding che consente di aderire direttamente ad un appello rivolto alla raccolta di risorse per un progetto imprenditoriale. Dopo una fase di mentoring, da gennaio lanceremo sulla piattaforma i progetti di 10 start up umbre per finanziare altrettanti progetti imprenditoriali”.
Al convegno sono intervenuti anche il segretario di ABI Umbria, Paolo Francesco Fiordiponti, e il coordinatore nazionale di Fedart Fidi, Leonardo Nafissi. Per Fiordiponti le responsabilità del razionamento del credito derivano anche da norme europee che hanno reso estremamente difficile lo svolgimento dell’attività bancaria. Il segretario dell’Abi ha rilevato anche l’alto tasso di sofferenze bancarie in capo alle imprese della regione. Per Leonardo Nafissi, se il razionamento coinvolge il 95% delle imprese umbre e italiane, le stesse che garantiscono oltre il 60% dei posti di lavoro, si può legittimamente parlare di fallimento del mercato del credito.