“Siamo in guerra” ha detto la governatrice Donatella Tesei nella relazione sul grave andamento che ha portato due terzi dell’Umbria, attaccata dalle varianti inglese e brasiliana del Covid, ad essere zona rossa rafforzata.
Una “guerra” contro la quale Tesei ha chiesto al commissario Arcuri armi più potenti: 50 mila dosi di vaccino in più e la possibilità di anticipare in Umbria l’utilizzo degli anticorpi monoclonali approvati dall’Aifa.
Tesei ha ricordato i fatti che negli ultimi giorni hanno portato prima all’emanazione delle ordinanze da parte dei sindaci a maggior diffusione del virus (“in quel momento la Regione non poteva entrare su situazioni sanitarie locali“) e quindi all’ordinanza da lei firmata, che istituisce la zona rossa in tutta la provincia di Perugia e in 6 comuni del Ternano e dispone la chiusura di tutte le scuole.
Decisione quest’ultima presa sulla base delle indicazioni del Comitato tecnico scientifico locale e della Cabina di regia nazionale che ha affrontato il “caso” Umbria dopo la conferma dell’Istituto superiore di sanità della presenza delle due varianti.
“Ho fatto la cosa che avrebbe fatto ogni amministratore: mi sono fidata della scienza, andando anche incontro all’impopolarità, per il bene degli umbri” ha rivendicato Tesei. Pur ammettendo che si è trattato di una scelta dolorosa, soprattutto per “l’ennesimo sacrificio” richiesto ai giovani, dopo che si era cercato di riaprire le scuole in sicurezza.
“Nella zona rossa non ce ne staremo chiusi in casa aspettando che passi la nottata” ha aggiunto Tesei. Che ha annunciato le contromisure avviate per arginare questa nuova ondata. Con la riorganizzazione dei sistemi di tracciamento, l’isolamento dei casi di variante brasiliana e inglese (chiesto all’Iss uno specifico supporto in questo).
E poi un ampliamento dei posti letto Covid già previsti (fino a 700), con le terapie intensive che saranno portate dalle 130 previste a 160. In attesa delle 40 che a fine mese dovrebbero essere disponibili con il Piano Arcuri. Al quale, appunto, Tesei ha anche chiesto l’invio in Umbria di 50 mila dosi di vaccino e un rapido utilizzo degli anticorpi monoclonali.
Si accelera anche le assunzioni del personale sanitarie, 1500 unità in tutto.
“Azioni indifferibili” ha detto Tesei con chiaro riferimento alle critiche di Fratelli d’Italia, che non chiede “solo un pezzo della maggioranza“, ma tutta la coalizione, a partire dalla Giunta.
E per far fronte ai disagi, anche economici, delle zone rosse, la Regione ha chiesto al Governo ristori per le attività costrette a restare chiuse e un fondo speciale per le famiglie con figli sotto i 12 anni e per gli asili che sono stati chiusi.
A livello regionale saranno messe in campo misure come il bonus baby sitter per i genitori che non possono lavorare in modalità remota e che hanno un basso reddito in base all’indice Isee.
Dopo lo scontro che già c’era stato tra Bori e Coletto sui vaccini, il portavoce delle opposizioni, Fabio Paparelli, ha puntato l’indice sulla gestione della pandemia in Umbria. Accogliendo con favore le misure annunciate dalla presidente Tesei, ma ricordando che si tratta delle indicazioni già date nei mesi scorsi dalle opposizioni (sui tracciamenti, sulla tutela di ospedali e Rsa). E che quindi oggi rappresentano l’ammissione, da parte della stessa Giunta, del fallimento delle politiche sin qui attuate.
Critiche, ha evidenziato Paparelli, ora mosse anche dagli stessi alleati di Governo, con il riferimento alla risoluzione sulla sanità presentata da Fratelli d’Italia.
Quanto all’interlocuzione di Tesei con l’Esecutivo nazionale, Paparelli ha detto: “Chiedere al Governo non basta“. Invitando la Giunta a chiedere aiuto, vista “l’incapacità di far fronte alla situazione“, anche a costo “di farsi commissariare dal ministro, per il bene degli umbri“.
Quindi, Paparelli ha chiuso il suo intervento citando le parole pronunciate da Salvini al termine dell’incontro con Draghi: “Meno tendoni e più assunzioni. Forse un lapsus riferito all’Umbria per il vostro Capitano“.