La rabbia e gli interrogativi del Perugia dopo gli arbitraggi delle ultime due partite. Ma anche la determinazione della società, nelle parole di Giannitti: “Ce la giocheremo fino all’ultimo secondo dell’ultima partita”, assicura il direttore. Che sottolinea più volte come questi episodi possano risultare determinanti in un campionato così livellato. Non nascondendo anche le legittime aspirazioni del Perugia, per quanto finora mostrato in campo.
Giannitti parla chiaramente, il Perugia vuole i play off: “Lo stiamo meritando, ce la giocheremo con tutti“. Questo “il sogno” che la società vuole “regalare ai tifosi“.
Nel mirino del Perugia non ci sono tanto gli arbitraggi penalizzanti delle partite contro il Benevento e il Brescia, ma la diversa applicazione del ricorso al Var. “Se è uno strumento tecnico di supporto all’arbitro non può sbagliare” dice Giannitti.
Che ricorda come, contro il Benevento, l’arbitro sia stato richiamato dal Var dopo aver fischiato la fine del primo tempo. A Brescia, invece, in tre episodi “clamorosi” l’arbitro non è stato richiamato dal Var.
Tre gli episodi di Brescia contestati dal Perugia. La gomitata a Olivieri a gioco fermo, a inizio partita. L’entrata con il piede a martello di Bisoli su Olivieri, sulla riga dell’area del Brescia. E poi il fallo di mano nell’area delle Rondinelle al 94′, non sanzionato con il calcio di rigore per il Perugia.
Mentre invece dopo mezz’ora è stato espulso Ferrarini. “In 11 la partita non l’avremmo mai persa” dice Giannitti.
“Questa disparità di pensiero tra una partita e l’altra fa pensare” accusa Giannitti con amarezza. Chiedendo rispetto per la società e per i tifosi del Perugia.
“Non è che penso male” chiarisce poi Giannitti a proposito di quel “fa pensare”. Non sono “cattivi pensieri“. E spiega: “Mi viene il pensiero sul perché in certe azioni viene attivato il Var e in altre occasioni no. Mi faccio una domanda: perché in certe partite sì e in altre no?”.
“Il presidente era affranto e deluso” dice Giannitti a proposito di Santopadre. Anche per la beffa di essere stato deferito per una situazione in cui non era presente nel tunnel spogliatoi con Comotto.