Corso Garibaldi si è svegliato questa mattina “decorata” di scritte. “Jemo a ballà” la prima, “Una vasca” l'altra. I colori: verdi e blu. Non sono graffitari ,non meritano questo titolo, davvero troppo metropolitano per la piccola Spoleto. Sono semplici scritte disposte ordinatamente tra un negozio e l'altro, fra un numero civico e l'altro, fatte con delle piastrine preparate ad hoc. Macchiata oltre a Corso Garibaldi anche via Portafuga, via Salaria vecchia fino a via Minervio. Un lungo percorso animato da un vandalismo senza forma e senza senso.
“Jemo a ballà” è autoctono quanto “una vasca”. Gergo giovane, spicciolo e dialettale. Potrebbero essere una trentina le scritte con vernice indelebile, ma il numero poco conta. Quello che lascia pensare è l'immagine di questi giovani che ad ogni numero civico si sono fermati per scrivere alternativamente le due frasette. Se sia la protesta di una generazione intrappolata tra le “vasche” in borgo e le serate in discoteca o l'esaltazione dei medesimi luoghi e svaghi da parte dei vandalici amanti non è possibile saperlo. Quello che invece è certo, qualsiasi sia la ragione del gesto, è che quelle scritte sono sintomo di una noia mortale che impazza in quei giovani che non riescono in nessun modo, eccezion fatta per questo, a catalizzare le loro attitudini, le loro qualità e capacità.
Ovvio però che qualcuno sta già indagando. La Polizia Municipale, infatti, sta già visionando le registrazioni delle varie telecamere disposte nel centro storico, alla ricerca dei ragazzi che nella nottata hanno macchiato palazzi e pavimentazione di alcune via del centro storico. Le possibilità che vengano individuati sono molto elevate. Certo se la telecamera di Via dei Gesuiti fosse stata installata, come aveva da giorni promesso il Comune, il gesto dei ragazzi sarebbe stato di certo immortalato. Comunque si spera nelle immagini della telecamera di Piazza Garibaldi e in quella di Piazza Torre dell'Olio
(C.F.)