I dati sulle vaccinazioni in Umbria. L'assessore regionale: prima del green pass il Governo doveva garantire alle Regioni il giusto quantitativo di vaccino
L'”effetto green pass” si fa sentire anche in Umbria. Negli ultimi giorni, con l’annuncio del Governo della carta verde per usufruire di alcuni servizi al chiuso dal 6 agosto, sono aumentate le prenotazioni per il vaccino anti-Covid. Nel giro di dieci giorni sono infatti triplicate.
Ma l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto evidenzia la penalizzazione degli under 30, per i quali la campagna vaccinale è iniziata solo questa settimana.
Triplicate richieste vaccino, D’Angelo: “Segnale positivo”
Sono passati da 962 del 14 luglio a 2.607 di venerdì 23 luglio i soggetti che si sono iscritti per richiedere la somministrazione del vaccino in Umbria. Lo comunica il commissario per l’emergenza Covid, Massimo D’Angelo, precisando che anche nella nostra regione è stato registrato un incremento nelle adesioni e prenotazioni.
“E’ un segnale positivo – ha detto D’Angelo – visto che la vaccinazione è il mezzo più utile per proteggere la comunità e far ripartire l’economia. In questa fase di ripresa dei contagi – ha aggiunto – il distanziamento è fondamentale per salvaguardare noi stessi e degli altri”.
Un aumento nelle prenotazioni del vaccino contro il Coronavirus si è iniziato ad avere il 19 luglio. Quando cioè la Regione Umbria ha finalmente iniziato a vaccinare gli under 30.
Coletto contro il green pass obbligatorio
Ma sono proprio i più giovani ad essere penalizzati dall’introduzione del green pass, che in Italia verrà rilasciato dopo 15 giorni dalla prima dose di vaccino (ma che può essere ottenuto anche con un tampone, per la durata di 48 ore). E lo evidenzia l’assessore regionale Coletto, criticando di fatto la scelta del Governo nazionale.
“Molti cittadini non sono, loro malgrado, – ricorda – ancora coperti dal vaccino e imporre l’obbligatorietà del green pass per entrare nei locali al chiuso o partecipare ad alcuni eventi, significa penalizzare indirettamente una fascia della popolazione che ha aderito alla vaccinazione ed è ancora in attesa della prima dose“.
“Prima si doveva garantire alle regioni la giusta quantità di vaccino”
“Capisco benissimo i giovani sotto i 30 anni che in questo momento si sentono penalizzati da questa scelta del governo che limita la loro libertà – ha detto Coletto – Il ministro Speranza a monte di questa decisione si sarebbe dovuto adoperare per garantire alle Regioni il giusto quantitativo di vaccino e coprire così tutti coloro che vogliono immunizzarsi contro il covid e già hanno manifestato l’adesione alla campagna vaccinale. Diversamente significa solo creare ulteriori complicazioni ad una quotidianità che è già molto cambiata a causa della pandemia. Non dobbiamo dimenticare che i nostri giovani non escono solo per divertimento, ma viaggiano per lavoro, per studio e per scambi culturali che non possono essere limitati. Cosi come non può pesare sulle loro tasche la spesa per effettuare spesso il tampone in sostituzione del green pass”.
“Ringraziamo il generale Figliuolo per aver garantito all’Umbria la consegna di ulteriori 15 mila dosi, ma purtroppo queste non bastano per coprire il fabbisogno e necessariamente alcuni cittadini, perlopiù i ragazzi dai 29 anni in giù, saranno penalizzati da questa nuova scelta del governo. La Regione Umbria – conclude l’assessore – ha dato prova di avere grande capacità per la somministrazione dei vaccini e dopo aver messo in sicurezza gli anziani, le persone fragili e gli over 60, potrebbe entro la fine di agosto raggiungere la soglia stabilita per l’immunità di gregge, ma ciò sarà possibile solo se si ha certezza sulla disponibilità dei vaccini”.
Secondo la dashboard della Regione Umbria sui vaccini, al 23 luglio 2021 sono stati 543.292 i vaccinati con la prima dose in Umbria e 407.186 con entrambe, rispettivamente il 70,46% ed il 52,77% degli umbri. Sono state finora consegnate 1 milioni e 18.931 dosi di vaccino, e ne sono state somministrate 932.747. Ben 10.177 le dosi somministrate nella giornata del 23 luglio.
Circa il 68% è stato vaccinato con il farmaco di Pfizer-Biontech, “Comirnaty”; intorno al 19% con Astrazeneca, e il 10% con Moderna (per la prima dose, 8% per la seconda dose). Infine appena il 3% ha avuto il vaccino Johnson & Johnson.