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URANIO IMPOVERITO A BAIANO, LA PROVINCIA DI PERUGIA NON HA COMPETENZE PER AVERE INFORMAZIONI

“L’amministrazione provinciale non ha competenze in merito al rapporto armamenti e inquinamento territoriale. Il presunto caso di Baiano, dove indaga anche la Procura di Lanusei, è molto delicato ed è gestito da enti nazionali di sorveglianza”: lo ha affermato l’assessore provinciale con deleghe all’ambiente e protezione civile rispondendo ad una importante interrogazione del consigliere provinciale di Spoleto del Pd, Massimiliano Capitani, che in maniera estremamente cauta aveva sollevato la questione del presunto passaggio nello stabilimento di Baiano di proiettili o armamenti da esercitazioni all’uranio impoverito. “L’ipotesi su cui sta indagando la Procura di Lanusei – ha spiegato in aula il consigliere – riguarderebbe una partita di proiettili all’uranio impoverito, acquistati dall’Italia e utilizzati nella guerra in Somalia prima di essere distrutti in alcuni poligoni italiani. Sospetti, soltanto sospetti, che hanno superato i confini isolani raggiungendo Spoleto. Tra le pieghe dell’indagine, infatti, c’è anche lo stabilimento militare di Baiano, dove il procuratore Domenico Fiordalisi ha inviato gli uomini della squadra mobile a caccia di documenti. Carte, registri, mappe, che, secondo quanto trapela dall’Ogliastra, sarebbero relativi ad alcuni lotti di munizioni e ai poligoni nei quali erano state custodite e distrutte. Da qui l’interrogazione per via del rischio che possono aver corso in particolar modo i dipendenti se rimasti a contatto con materiale nocivo alla salute”. Il consigliere Capitani, dopo la risposta dell’assessore, ha precisato che “stando ad alcune indiscrezioni il rischio di una partita di proiettili all’uranio impoverito non avrebbe mai riguardato lo stabilimento di Baiano. Comunque bisogna tenere alta l’attenzione fino alle analisi definitive”.