(Ale. Chi.) – Il governo Renzi si è insediato da poco, ma nello stile delle promesse fatte prima del giuramento già si sente odore di riforme. Una al mese, si era detto. Anche la neo ministra all'istruzione Stefania Giannini, ex rettrice dell'Università per Stranieri di Perugia, ha delineato alcuni punti di cambiamento in materia: si parla di una riforma per le scuole superiori, con la riduzione del liceo a 4 anni, un bonus maturità, che comunque andrebbe ripensato, secondo quanto detto dalla stessa Giannini, nonchè di una revisione per il contratto degli insegnanti, a giudizio del neo ministro “mortificante”.
Università al centro – E c'è chi si muove per eliminare il numero chiuso per l'ingresso all'università attraverso una legge. L’on. Giampiero Giulietti ha sottoscritto la proposta riguardante l’abolizione dei test di accesso ai corsi universitari, nuove norme per l’accesso ai corsi nonché il sostegno a quegli studenti che, pur essendo capaci e meritevoli, non dispongono dei mezzi per proseguire gli studi.
“L’Italia vanta il triste primato europeo di abbandoni degli studi universitari, con una media di due studenti su tre che non raggiungono la laurea – ha affermato l’on. Giulietti – Di fronte alla crescente disoccupazione giovanile è quanto mai necessario investire in istruzione e formazione, garantendo uguali possibilità di accesso allo studio così come alla ricerca di un posto di lavoro. La proposta di legge che ho sottoscritto va in questa direzione, attraverso l’abolizione dei test di ingresso all’università che, istituiti per adeguare l’istruzione terziaria italiana a quella europea, hanno finito per scaturire l’effetto opposto, dando vita ad un sistema che ha di fatto impedito il libero acceso alla formazione universitaria e il diritto allo studio.
Se il diritto allo studio rappresenta uno dei principi fondamentali ed inalienabili della persona infatti, è opportuno abolire il sistema di accesso a numero programmatico viste anche le criticità riscontrate nel corso degli anni dallo stesso procedimento selettivo che spesso risulta essere una vera e propria lotteria in cui si gioca il destino di tanti giovani. Oltre all’abolizione dei corsi a numero chiuso, la proposta di legge invita il Governo ad introdurre percorsi di orientamento per le classi terminali delle scuole superiori, ad attuare monitoraggi periodici per l’accesso ai corsi e soprattutto a rimuovere gli ostacoli che scoraggiano i ragazzi poveri e di talento dall'acquisire un'istruzione superiore attraverso l'istituzione del reddito di formazione da assegnare in base al merito ed al reddito familiare”.
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