Confermato il sequestro di beni per un valore di 20 milioni di euro all’Unicusano di Stefano Bandecchi. Il tribunale del Riesame di Roma ha infatti riconosciuto legittima la decisione del gip su richiesta della Procura capitolina che due mesi fa aveva portato ad apporre i sigilli sui conti dell’università telematica Niccolò Cusano e su vari beni, tra cui due auto di lusso. Respinta dunque la richiesta della difesa di annullare l’ordinanza. A darne notizia è oggi il Corriere della Sera.
Nei giorni successivi al provvedimento giudiziario (nell’ambito di un’inchiesta che conta 3 indagati, tra cui appunto il patron dell’ateneo, Bandecchi) l’Unicusano aveva ottenuto il dissequestro dei conti, rimanendo in essere solo il sequestro di una parte dei fondi, permettendo così all’università ed alle aziende ad essa collegate – tra cui la Ternana Calcio – di poter operare regolarmente e pagare gli stipendi.
Nel pronunciamento del Riesame in cui si conferma dunque il sequestro, viene ritenuta valida la tesi accusatoria, secondo la quale la Unicusano, beneficiando del regime fiscale agevolato riservato alle università, opera invece come una holding commerciale, avendo dismesso progressivamente le finalità formative e sociali. Paragonando la situazione a quella degli enti ecclesiali, che “possono beneficiare di un regime fiscale riservato agli enti non commerciali soltanto se non hanno per oggetto principale l’esercizio di attività commerciali e in ogni caso devono conservare la prevalenza dell’attività istituzionale di ispirazione eminentemente idealistica“.
Una tesi, quella degli inquirenti (le indagini sono condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza), fortemente contestata dall’Unicusano e da Stefano Bandecchi, che in questi mesi hanno difeso il loro operato dichiarando di agire nel rispetto delle norme. Citando anche situazioni relative ad altre università italiane.
Il patron della Ternana Calcio, che è anche candidato a sindaco di Terni per Alternativa Popolare, è intervenuto su Instagram a contestare ancora una volta l’operato delle fiamme gialle che indagano su di lui, non senza ironia. Confermando pure la sua candidatura a primo cittadino “se non mi arrestano nei giorni precedenti”.