C’è chi è in campagna elettorale da un anno e mezzo. Chi è riuscito ad ottenere le firme necessarie per depositare la lista all’ultimo tuffo. Chi è umbro doc e chi si è catapultato nel Cuore verde d’Italia per questa campagna elettorale.
Elezioni, tutte le liste e i candidati
Sono gli otto candidati alla presidenza della Regione Umbria. Conosciamoli meglio, uno ad uno.
Claudio Ricci
Nato a Perugia, nel 1964. Ingegnere civile e trasporti (1989), cavaliere della Repubblica italiana, grande ufficiale dell’Ordine Costantiniano e commendatore della Repubblica di San Marino. Dal 2006 al 2015 è stato sindaco di Assisi. Per poi sfidare, sostenuto dal centrodestra, Catiuscia Marini per la carica di governatore dell’Umbria, sfiorando una clamorosa vittoria. Portavoce del centrodestra in Consiglio regionale, dopo un po’ si sfila per poter agire più liberamente con il gruppo Ricci Presidente. Rimasto solo, prosegue le sue battaglie nel gruppo Misto.
Ma già a gennaio del 2018, quando tutti sono impegnati per la campagna elettorale in vista delle politiche di marzo, annuncia che si candiderà presidente sostenuto da tre liste civiche: Ricci Presidente, Italia Civica Ricci, Proposta Umbria per Ricci. E nei mesi delle turbolenze per lo scandalo Sanitopoli lui prosegue per la sua strada, con periodici seminari formativi per i futuri candidati delle tre liste. Tanto che il giorno della seduta consiliare per le dimissioni di Catiuscia Marini lui fa girare le sue vele in piazza Italia.
Da ingegnere, metodico, da tempo ha messo a disposizione sul proprio sito il suo programma elettorale. Teso a rendere l’Umbria una terra più competitiva ed attrattiva con una serie di investimenti, in particolare nei trasporti.
Donatella Tesei
L’investitura ufficiale come candidata presidente del centrodestra è arrivata ai primi di settembre, ma già ad aprile Matteo Salvini l’aveva incoronata portabandiera della coalizione per “liberare” la Regione Umbria dalla sinistra. Donatella Tesei, nata a Foligno il 17 giugno 1958 ma residente a Montefalco, da marzo 2018 senatrice della Lega, dpo aver riflettuto un po’ ha sciolto le riserve ed ha accettato la candidatura alle regionali.
Avvocato, a lungo consigliera dell’Ordine degli avvocati di Spoleto, per due mandati è stata sindaco di Montefalco. Quindi, la chiamata in politica con la Lega e la candidatura al collegio uninominale che l’ha portata a Palazzo Madama, dove è presidente della Commissione Difesa.
Insieme ai tre partiti del centrodestra ha voluto una sua lista civica, mentre un’altra è stata creata intorno al perugino Nilo Arcudi.
Nel suo programma punta ha rendere l’Umbria attrattiva per gli imprenditori, eliminando la burocrazia e favorendo gli investimenti. Ma da montefalchese, vuole rilanciare anche la filiera agricoltura-cultura-turismo.
Vincenzo Bianconi
E’ stato scelto per guidare l’inedita alleanza che mette insieme il Partito democratico ed il Movimento 5 stelle, oltre a varie formazioni civiche e politiche dell’area socialista, ambientalista e della sinistra moderata. Vincenzo Bianconi (nato il 13 dicembre 1972 a Norcia) è il nome intorno al quale, con sofferenza visto anche l’elevato numero di candidati bruciati in tre settimane, Pd e M5s hanno trovato la quadra in Umbria, per ripetere l’esperienza del Governo giallorosso.
Laurea in Economia e Tecnica del Turismo, è un noto imprenditore del settore alberghiero, proseguendo ed ampliando in Valnerina la storica attività di famiglia. E’ presidente di Federalberghi Umbria, vicepresidente del Distretto Biologico di Norcia, presidente dell’Associazione I Love Norcia e della Delegazione Italiana Relais & Chateaux.
“Come tanti – ha esordito Bianconi quando ha annunciato la sua candidatura – sono innamorato della mia terra. Ogni giorno con la schiena dritta, con determinazione e passione, cerco di migliorare le cose che mi circondano. Non mi sono mai tirato indietro dinnanzi alle sfide che la vita mi ha posto. Ed è per questo che ho deciso di accogliere l’invito a candidarmi a Presidente della Regione Umbria, invito che tante forze civiche, associative e politiche mi hanno rivolto”. Il programma della coalizione è una sintesi delle varie sensibilità politiche. Che confluiscono in alcuni punti fermi: economia green, lavoro, trasparenza.
Antonio Pappalardo
“Non chiamatemi ex generale, ma maestro” dice Antonio Pappalardo a chi lo chiama, appunto, generale. Ma guardando il suo curriculum, di titoli ne ha assunti tanti. Nato a Palermo il 25 giugno 1946, il suo nome è legato al settore militare, artistico, sindacale. E della politica.
Dopo aver frequentato l’Accademia militare di Modena e la Scuola ufficiali carabinieri a Roma, è stato nominato tenente dell’Arma. La sua carriere prosegue sino al Comando generale dell’Arma dei Carabinieri.
Nell’aprile del 1992 viene eletto alla Camera dei deputati, come indipendente nelle liste del PSDI, nel collegio di Roma. Su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri, il 2 giugno 1992 viene insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Alla Camera inizialmente diviene vicepresidente della Commissione Difesa e fa parte della Commissione Finanze.
Nel marzo 1993 costituisce il movimento politico “Solidarietà democratica”, con cui si candida sindaco per il Comune di Pomezia, ma non ottiene la carica. Nel 1993 viene nominato sottosegretario di stato alle Finanze del Governo Ciampi, carica che mantiene per poco tempo. Nel settembre 1993 abbandona il gruppo parlamentare socialdemocratico a Montecitorio per aggregarsi al gruppo misto e aderendo a dicembre al Patto di Mario Segni dove resta fino al febbraio 1994, dimettendosi perché non candidato nel Patto per l’Italia. Termina così il mandato parlamentare con le elezioni del 27 e 28 marzo 1994. Due mesi dopo si candida per le elezioni europee da indipendente nelle liste di Alleanza Nazionale.
Non eletto, riprende l’attività militare, in qualità di capo di Stato Maggiore della Regione Carabinieri Abruzzo e Molise. Nel 1996 gli viene assegnato l’incarico di vice comandante della Regione Umbria.
Nel 2001 Pappalardo fonda il movimento “Popolari Europei”, collocato a destra della Casa delle Libertà, senza avere sviluppi particolari. Diviene poi segretario di Associazione Culturale “Nuova prospettiva”, avente quale organo Il Manifesto dei Funzionalisti. Si candida al Senato nel collegio di Taranto in Lega d’Azione Meridionale, senza però venire eletto; stesso esito alle regionali siciliane per la lista Biancofiore, promossa da Salvatore Cuffaro.
Nel 2006 viene collocato in congedo dall’Arma; l’ultimo incarico è quello di capo di Stato Maggiore della Divisione Unità Specializzate Carabinieri, a Roma.
Accanto a quella politica prosegue l’attività sindacale: viene infatti nominato segretario del SUPU (Sindacato Unitario Personale in Uniforme). In politica, aderisce quindi al Movimento per l’Autonomia (MpA) in occasione delle imminenti elezioni regionali e nazionali[20]. La Segreteria Nazionale del SUPU si riunisce l’11 marzo 2008 e decide di sostenere la candidatura di Pappalardo nell’MpA, poi si candida a a sindaco di Palermo con il Melograno Mediterraneo, ma la lista viene esclusa. Uno degli episodi più noti che lo vede protagonista è quando, da presidente del Movimento Liberazione Italia, della galassia del Movimento dei Forconi, inscena uno pseudo arresto ai danni dell’ex parlamentare Osvaldo Napoli nei pressi di Montecitorio.
Ora guida il movimento dei Gilet arancioni. Nel suo programma in Umbria, una maggiore autonomia della Regione, anche attraverso l’emissione di una propria moneta, la “lira umbra”, di cui in campagna elettorale distribuisce fac-simile. E poi, il rispetto della legalità.
[Biografia modificata il 1 ottobre 2019]
Rossano Rubicondi
“Il Partito Comunista, oggi, è l’unica vera alternativa per la nostra bella terra, lo dobbiamo fare anche per i nostri figli“. Rossano Rubicondi non si sente fuori tempo se lo si chiama comunista. Perché lui si definisce comunista, “in un mondo dove la forbice tra ricchi e poveri sta aumentando“.
Marscianese, nei mesi scorsi ha lasciato l’incarico di dirigente della Cgil, accusando il sindacato di essere stato troppo morbido sulla vicenda della Sanitopoli perugina. E così è tornato al suo vecchio posti di lavoro, in fabbrica alle Fornaci Briziarelli Marsciano. “Ed io sono fortunato, perché un lavoro l’avevo“, commenta. E’ rimasto però iscritto alla Cgil, in memoria delle tante battaglie fatte per i lavoratori sventolando la bandiera rossa.
Il suo obiettivo è “portare le istanze dei lavoratori in Consiglio regionale“. Tra i punti del suo programma, la salvaguardia del territorio; investimenti nel trasporto pubblico su gomma e su rotaia, per disincentivare l’uso dell’auto; fermare l’apertura di nuovi inceneritori e chiudere gli impianti inquinanti esistenti; rivalutare il territorio umbro dal punto di vista della produzione di energia da fonti rinnovabili; lotta alle infiltrazioni criminali nei settori dell’edilizia.
Martina Carletti
La sua candidatura è stata una delle sorprese. Il suo profilo Facebook è Martina Carletti Sovranista. E spiega in breve il suo credo: “NO€ – NOUE. Socialismo, Costituzione del ’48, militanza politica nel Fronte Sovranista Italiano“.
Istanze che vuole portare in tutta Italia, anche in Umbria con il Fronte Sovranista Italiano in cui milita dal 2016.
Eugubina, con un diploma da ragioniera programmatrice, lavora in un lussuoso hotel in Svizzera, dividendosi tra la Valtellina e la sua Umbria. Dove si sta impegnando alla costruzione del partito sovranista.
Lavoro, welfare e lotta alle privatizzazioni (soprattutto in sanità) sono i punti cardine del suo programma.
Emiliano Camuzzi
Ternano, diplomato all’Itc Federico Cesi, occupato presso il Polo informatico, appassionato di sport e tifosissimo della Ternana. Emiliano Camuzzi si presenta a questa tornata elettorale sostenuto da due liste di sinistra: quella di Potere al Popolo e del Pci, che è riuscita ad ottenere le firme necessarie in tempo.
Vuole opporsi a quella che considera una deriva fascista promossa dalla destra, ma non è certo tenero con i partiti della sinistra cosiddetta moderata. Ecco perché Potere al Popolo non ha neanche provato a sedersi ad un tavolo per creare l’alleanza di centrosinistra, unita poi nel “patto civico” con il M5s. A
Ambiente, diritti umani e soprattutto lavoro sono le sue parole d’ordine. Da perseguire ribaltando completamente le politiche regionali fatte in questi anni.
Guido Cirillo
In campagna elettorale distribuisce come “gadget” il baciamano alle signore. Perché il suo è il Partito delle Buone maniere.
“Abbiamo una serie di punti del nostro programma – spiega – la restituzione della materia di educazione civica nelle scuole, e di buone maniere per le scuole medie e superiori“. E poi, una misura di prevenzione rispetto al fenomeno dello stalking.
Psicologo e sessuologo casertano, 67 anni, sposato e padre di due figli. Ha presentato in Umbria una lista di soli casertani. Sicuro che tanto nella terra di San Francesco il suo messaggio potrà attecchire facilmente: ““L’Umbria – dice – è la Regione più educata d’Italia e noi non potevamo mancare. Desideriamo rilanciare un gesto antico e nobile e a questo proposito regaleremo il baciamano a tutte le signore di questa terra, unica e splendida”.