Era il marzo di un anno fa e nei locali abbandonati dell’ex caserma Minervio veniva trovato il corpo senza vita di un senzatetto, Mladjen Milanovic, conosciuto dagli spoletini come “Milosevic” o “Mauro”. A dare l’allarme fu un altro clochard, anche lui “ospite” fisso dell’area dell’anfiteatro. Il referto medico parlò di morte dovuta al freddo. A “Mauro” quelle coperte per coprirsi in quel riparo di fortuna non bastavano (qui e qui alcuni degli articoli). Ed è per evitare che altre morti simili accadano ancora che il Comune di Spoleto, grazie ad un accordo con la cooperativa Il Cerchio e con la collaborazione di Caritas diocesana e di alcune associazioni di volontariato, ma soprattutto grazie al lascito di uno spoletino, ha inaugurato oggi una struttura per senzatetto. Uno spazio che sarà aperto solo di notte e che ospiterà al massimo 6 clochard, dando loro un letto ed un posto caldo.
Niente alcolici, sigarette né animali – L’appartamento, con 6 posti letto, verrà aperto a partire da lunedì al primo piano di un edificio in piazza Garibaldi e verrà gestito dalla cooperativa Il Cerchio. Sarà aperto dalle 21 alle 8 del mattino e vedrà la presenza di un operatore notturno che vigilerà sul rispetto delle regole. Il “centro di pronta accoglienza per adulti senza dimora e in situazione di grave disagio abitativo-economico-sociale”, questa la sua esatta denominazione, prevede un tempo di accoglienza massima di 90 giorni, con proroghe che possono essere stabilite dal Comune. Agli utenti verranno fornite lenzuola, asciugamani ed un kit per l’igiene personale, oltre alla colazione al mattino. Gli ospiti dovranno però tenere un comportamento coerente con uno spirito di vita comunitaria. Le camere sono adibite esclusivamente alla funzione del riposo, gli ospiti sono tenuti alla loro cura ed ordine, oltre che ad avere cura della propria igiene. Gli utenti non possono introdurre animali, armi, alcolici, stupefacenti, sigarette, accendini, fornelli elettrici o elettrodomestici personali di alcun tipo. Non possono esercitare scambi commerciali all’interno del centro, fare uso improprio delle strutture, fare entrare persone estranee se non autorizzate dal gestore, svolgere attività che provocano inquinamento acustico.
Inaugurazione nel ricordo di Guido Minestrini – Questa mattina si è tenuta una partecipatissima inaugurazione, alla presenza dei rappresentanti del Comune di Spoleto, guidati dal sindaco Fabrizio Cardarelli, dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia (c’erano l’arcivescovo Renato Boccardo, don Josef e il direttore della Caritas diocesana Giorgio Pallucco), della cooperativa Il Cerchio, della Croce Rossa e dei familiari di Guido Minestrini, grazie al cui lascito è stato possibile aprire la struttura. Proprio per ricordare lo spoletino è stata apposta una targa all’ingresso dell’appartamento. Visibilmente commossa Laura Minestrini, figlia di Guido, presente insieme al marito ed al figlio. “Oltre a mio padre – ha detto – voglio ricordare anche mia madre, Sandra Palmieri, persona che ha dedicato al volontariato tutta la sua vita. Questa non è stata filantropia, è stato un percorso di fede e di amore verso il Signore e verso il prossimo. Per questo sarei contenta se oltre ad un tetto queste persone avessero anche un aiuto morale”.
La soddisfazione del Comune – Grande la soddisfazione da parte dell’amministrazione comunale, presente con, oltre al primo cittadino, gli assessori Maria Elena Bececco, Angelo Loretoni e Gianmarco Profili, il presidente del consiglio comunale Giampiero Panfili, alcuni consiglieri comunali sia di maggioranza che di opposizione, dirigenti e dipendenti comunali. Ad entrare nei dettagli del funzionamento della struttura è stata la vice sindaco Bececco: “Questa struttura è dotata di sei posti letto. Inizialmente garantirà un rifugio notturno, dando la possibilità alle persone che ne hanno bisogno di avere a disposizione un riparo per la notte. È un risultato molto importante per la nostra città, un segno di dignità e di civiltà”. “Ringrazio l’amico Maurizio e la signora Laura Minestrini, – ha commentato il sindaco Cardarelli – famiglia che ha dato dimostrazione di grande generosità. Il livello di civiltà di una comunità si misura anche dalla capacità di aiutare i più deboli è un impegno che abbiamo assunto fin dall’inizio e che, grazie alla strettissima collaborazione con la Diocesi e con la Caritas stiamo portando avanti con convinzione. Non dobbiamo entusiasmarci troppo per il risultato raggiunto, ma è certo che oggi un piccolo segnale l’abbiamo dato per dimostrare l’amore di questa città verso il prossimo. Ringrazio le forze dell’ordine, che ci sono sempre molto vicine e la cooperativa Il Cerchio, che con la sua collaborazione ha reso possibile l’apertura di questa struttura”. “È troppo facile – ha aggiunto il primo cittadino – solo accogliere i turisti, che portano soldi. Le linee di indirizzo del nostro mandato al primo punto vedono l’attenzione a chi ha bisogno”.
La Caritas e la cooperativa – A benedire la struttura ci ha pensato l’arcivescovo Renato Boccardo, che ha ringraziato i promotori della struttura per la sensibilità dimostrata “Mentre siamo impressionati da tante forme di male nella nostra società, – ha detto – questi gesti rappresentano una sorta di antiveleno. Si immettono nel tessuto sociale degli anticorpi che creano qualcosa di nascosto ma anche positivo. Non sempre si riesce a fare tutto perché i bisogni sono tanti, però unendo le forze è possibile dare risposte efficaci. Mi piace collegare questa iniziativa con l’Anno della Misericordia che stiamo vivendo: la misericordia d’altronde non è un concetto astratto, ma è qualcosa di molto concreto che possiamo toccare con mano”. Ad occuparsi della gestione della struttura sarà la cooperativa Il Cerchio. “Abbiamo pensato questo servizio insieme al Comune di Spoleto, – ha spiegato il vice presidente della cooperativa, Costantino Cacciamani – presentando come cooperativa un progetto al Ministero il cui finanziamento permetterebbe di ampliare i servizi della struttura. Auspichiamo che questa rete collaborativa, di cui ci sentiamo parte, continui a lavorare come fatto fino ad oggi, anche per poter offrire un servizio più articolato che vada oltre l’accoglienza notturna”.