La costruzione di un centro commerciale a ridosso dell’area archeologica di Maratta Bassa al centro del dibattito politico e non solo. La variante al piano regolatore, infatti, prevede la realizzazione di un emporio e della viabilità a servizio di quest’ultimo in un territorio interessato da ritrovamenti di un villaggio dell’età del Ferro.
Venerdì 11 marzo Michele Rossi, capogruppo di Terni Civica, nel corso di un convegno organizzato ad hoc, ha dimostrato l’importanza del sito ternano. Insieme al consigliere del Comune di Terni, presso il Museo Capitolare e Diocesano, gli archeologi Valentina Leonelli e Nicolò Sabina, che hanno descritto quanto emerso dagli scavi di Maratta Bassa, una zona ad altissima attenzione archeologica.
“Il mio interesse per Maratta Bassa non è certo nuovo”, ha dichiarato Michele Rossi. “Nel corso della mia esperienza amministrativa mi sono occupato diverse volte dell’area archeologica, facendola inserire, ad esempio, nel Dup del Comune di Terni, per lavorare a un progetto di valorizzazione, in un’ottica di futura attrattività turistica e culturale”. “Il Consiglio comunale, poi, ha votato questo emendamento, che ad oggi risulta completamente disatteso”.
A completamento del quadro la proposta di variante urbanistica in questi giorni all’esame dell’assise cittadina. “Il Consiglio comunale – ha precisato Rossi – ha espresso parere favorevole per un atto di indirizzo che reclamava maggiore attenzione per questi luoghi, chiedendo un confronto preventivo tra Soprintendenza regionale, Comune di Terni e Privato, al fine di tutelare il patrimonio archeologico. Ebbene, il confronto non sembra essersi mai verificato”. Nel mirino del capogruppo di Terni Civica, nello specifico, “la rotonda e la via che, stando alla variante urbanistica, ricadrebbero all’interno del terreno sotto vincolo archeologico”.
La prima campagna di scavi nel sito archeologico di Maratta Bassa fu condotta, alla fine degli anni ’90, dalla dottoressa Claudia Giontella. Dalle strutture e dai reperti archeologici, l’insediamento abitato dai Naharki sembrerebbe risalire all’età del Ferro. Il villaggio, costituito da strutture capannicole con coppi di colmo, sorgeva, probabilmente, su una piccola altura di sabbia.
Di notevole rilevanza il materiale portato alla luce, databile tra il IX e il VI secolo a.C.. Scodelle, fuseruole, pesi da telaio, rocchetti, ceramiche che ricordano quelle greche. E ancora, piatti, frammenti di bucchero e gettoni di bronzo atti agli scambi premonetali. Tra le costruzioni rinvenute i resti di muri, fosse utilizzate, forse, come depositi per la conservazione di derrate alimentari, e una piccola fornace.
“Andiamo a sacrificare – ha tuonato allora Michele Rossi – un possibile sviluppo del sito di Maratta Bassa per consentire una migliore viabilità?” “Dobbiamo già accettare la costruzione di un nuovo centro commerciale adiacente all’area archeologica, dovremmo anche rassegnarci al fatto che una strada passi nella zona sotto vincolo archeologico?”
La Soprintendenza, per il momento, ha imposto indagini preliminari di studio; condizione necessaria per esprimere un parere. “Nel frattempo – ha concluso Rossi – considero aberrante che un parco archeologico venga soffocato da una strada a beneficio di un centro commerciale privato”. “Le future generazioni potrebbero rimproverarci la mancanza di interesse per il sito archeologico di Maratta Bassa”.
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