Gianluca Stafisso, 56 anni, vi era stato trasferito dal 25 ottobre perché non più in regola con il permesso di soggiorno
Si ipotizza suicidio, ma le autorità giapponesi devono ancora confermare la causa della morte di un italiano, un umbro di 56 anni, Gianluca Stafisso, in Giappone senza fissa dimora e quindi in stato di fermo dal 25 ottobre in un Centro immigrati a Shinagawa, pochi chilometri a sud di Tokyo.
E’ in tali centri infatti che finiscono detenuti gli stranieri in Giappone che hanno violato le norme sull’immigrazione e che non possono rientrare in tempi rapidi nel loro Paese.
L’Ambasciata italiana aveva seguito il caso del 56enne, offrendogli assistenza e per concordare cono le autorità giapponesi le procedure di rimpatrio.
Ma l’italiano è stato trovato senza vita. L’ipotesi più accreditata, secondo quanto trapelato dalle autorità giapponesi, è appunto quella del suicidio.
Gianluca Stafisso, nato ad Assisi, aveva lavorato a Perugia nel settore grafico, da diversi anni si era trasferito in Giappone, dove si era sposato con una donna del posto. Terminata la relazione, secondo quanto lui stesso aveva raccontato, si era ritrovato senza casa. E successivamente non più in regola con i documenti di soggiorno. Da qui il suo fermo ed il trasferimento nel centro per gli immigrati, dove è deceduto.