Giorgio Del Papa, il titolare della Umbria Olii – l’azienda dove lo scorso 25 novembre persero la vita tre operai e lo stesso titolare della ditta Manili di Narni – è passato al contrattacco. Lo ha fatto sciorinando quest’oggi, nel corso della conferenza stampa tenutasi all’Albornoz Hotel, una lista di ‘colpevoli’ che, a suo dire, lo “hanno abbandonato, che non lo hanno difeso dalle calunnie di cui è oggetto”. Arrivando, solo al termine dell’incontro, a rivelare quella che è la notizia del giorno: la citazione dei periti della Procura della Repubblica “le cui conclusioni sono inevitabilmente compatibili con il clima che si è vissuto sin dal primo momento”. A loro Del Papa ha richiesto i danni, il cui ammontare, seppur già quantificato, non è stato rivelato alla stampa. Al suo fianco c’è il legale ‘storico’ della Umbria Olii, l’avvocato Pippo La Spina. Davanti a sè due fogli da leggere, attrverso i quali ripercorre questi 10 mesi, si difende e attacca. Da leggere tutto di un fiato, perchè è visibilmente emozionato anche se, a fine incontro, spiegherà, di essere “molto arrabbiato”.Non colpisce però diretto; almeno non quando denuncia che le istituzioni non farebbero il proprio dovere. Già, ma chi? La magistratura? La Regione? Il Governo? O chi altri? Del Papa non lo dice, ma in qualche modo cerca di portare il pubblico, o meglio i giornalisti presenti, ad intuirlo. Ci va pesante invece con altri soggetti: dal Comandante dei vigili del fuoco di Perugia (le cui dichiarazioni, rilasciate alle tv nazionali durante il rogo “lasciavano intendere di procedure e di materiali illegalmente detenuti dalla U.O., senza avere alcun riscontro oggettivo o competenza nel processo di lavorazione industriale dell’azienda”), ai membri del Comitato in difesa del Clitunno “che immoralmente cavalcavano l’onda di indignazione”, alle più alte cariche dello Stato che “avviando una campagna contro le morti bianche, se pur condivisibile, hanno tagliato fuori da ogni sostegno, anche solo morale, l’U.O”. Ad eccezione della cassa integrazione, alla quale però rinunciò lo stesso Giorgio Del Papa. L’industriale oleario passa quindi a dimostrare le proprie ragioni anche se si dice “convinto che la verità dei fatti non si debba spiegare; perchè è lì, sotto gli occhi di tutti. Perchè – continua il titolare della U.O. – nella nostra azienda sono da sempre stoccati e lavorati solo oli vegetali da raffinare, per uso alimentare; perchè il nostro prodotto finito viene controllato da Nas, Asl e Repressione Frodi”. Poi ritorna sulle istituzioni, o meglio sulla Governatrice Lorenzetti (nominata Commissario Straordinario per l’emergenza U.O.) quando dice di non aver notizia “dei fondi stanziati dal governo di cui non sappiamo ancora come, dove e in quale misura siano stati spesi”.Alla conferenza stampa partecipano, in prima fila, anche alcuni politici come l’onorevole Maurizio Ronconi, il consigliere regionale Ada Spadoni e Aldo Tracchegiani che rimarrano in silenzio per tutta la durata della riunione. Qualche giornalista finisce bacchettato dall’avvocato La Spina (“è vero”, dirà alla fine, “non amo la categoria dei giornalisti”). Il noto penalista fa un po’ di morale ai presenti, ricordando la Carta dei doveri del giornalista e arrivando a citare anche le norme del codice penale. E pensare che la stampa locale ha sempre dato spazio alla Umbria Olii, al suo titolare e ai lavoratori, autori ques’ultimi, lo scorso 28 settembre, di una “lettera aperta” che ha innescato una frenetica attività da parte di alcuni politici della Cdl. E’ lo stesso avvocato a spiegare cos’è successo di recente, ovvero da quel 4 settembre scorso quando, proprio in base alla perizia dei consulenti del tribunale, il pubblico ministero ha posto sotto sequestro preventivo “quella parte di stoccaggio ancora integro e già riavviato all'attività perchè vitale per l'azienda”. Alla decisione del p.m., La Spina ha già fatto opposizione, depositando le controdeduzioni dei suoi periti. Non resta che attendere le decisini del Tribunale. La Spina però dice e ridice di aver piena fiducia nella magistratura, sopratutto in quella del Tribunale di Spoleto composta da giudici di “elevate doti professionali e umane”.Ma non aggiunge molto di più. Non svela le conclusioni a cui sono arrivati i propri consulenti, perchè sul procedimento vige il ‘segreto’. Insomma, la conferenza, ad eccezione della citazione per danni presentata nei confronti dei periti dell’accusa, non offre alcun segnale di novità sull’inchiesta. Le domande dei giornalisti si limitano, di fatto, solo ad avere più chiara la procedura che ha portato al sequestro dei silo. Come quella del consulente di Del Papa, Armando Maria Calvi (fondatore del quotidiano newgol), che, singolarmente, si è rivolto al legale del suo cliente per meglio capire alcuni passaggi che La Spina aveva spiegato poco prima in merito alle procedure di lavorazione della Umbria Olii. La riunione ha così termine fra qualche mugugno dei cronisti, ma anche con una certa sorpresa da parte di uno dei tre politici presenti in sala che, a microfoni spenti, si lascia sfuggire di essere un po’ a disagio per come è stata gestita la conferenza. Del Papa, l’uomo dal carattere solitario, se ne va, accompagnato da La Spina. Per l’ex campione europeo di pattini su strada, si profila davanti una nuova sfida, contro i periti come le istituzioni. Una sfida che è disposto ad affrontare fino in fondo, dalla quale intende ‘difendersi in tribunale non tanto per il mio nome quanto per quello della azienda che rappresento”. “E’ difficile per me tenere comizi”, quello di oggi “è stata una fatica”. Una fatica in più per Del Papa che si dice essere “tra chi ha più sofferto allora e oggi per quelle morti”.