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Umbria Mobilità a rischio default. I sindacati fanno appello agli Enti proprietari

Redazione

Umbria Mobilità a rischio default. I sindacati fanno appello agli Enti proprietari

Sab, 12/01/2013 - 18:34

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Situazione sempre più critica in Umbria Mobilità. L'incontro di ieri tra l'azienda e le organizzazioni sindacali non ha portato sostanziali elementi di novità, se non la rassicurazione sul pagamento degli stipendi di dicembre, che avverrà entro il 15 gennaio e della 14esima, che sarà rateizzata nei prossimi mesi. Mentre per le mensilità successive non ci sono garanzie.

Le organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Orsa e Faisa dell'Umbria hanno espresso, tutta la propria preoccupazione per il futuro Umbria Tpl e Mobilità, stanti le forti difficoltà finanziarie in cui versa l'azienda regionale. Difficoltà che, non solo determinano ritardi e problemi nel pagamento degli stipendi dei dipendenti diretti, ma che si ripercuotono naturalmente sui fornitori, con conseguente sofferenza da parte dei lavoratori dell'indotto.

Per i sindacati, nonostante la nomina del nuovo consiglio di amministrazione, è necessario che gli enti proprietari si assumano fino in fondo le proprie responsabilità, procedendo al più presto alla ricapitalizzazione che era stata programmata lo scorso settembre. Soltanto la Regione, finora, infatti, ha tenuto fede ai propri impegni, mentre gli altri enti ed in particolare la Provincia di Perugia, socio di maggioranza, non stanno contribuendo alla risoluzione del problema. Anzi, proprio la Provincia di Perugia, hanno sottolineato i sindacati, sta già recuperando le risorse del prestito ponte concesso lo scorso settembre, anziché destinarle alla ricapitalizzazione, dando ossigeno all'azienda.

Ma per i sindacati non è più rinviabile, anche ai fini della concessione del prestito ponte da parte delle banche, l'adesione di tutti gli enti proprietari alla ricapitalizzazione.

Altra criticità sollevata dalle cinque sigle di categoria, è quella della permanenza nelle aziende controllate e/o partecipate da Umbria Tpl e Mobilità, in primis Roma Tpl, dei vecchi membri del cda dell'azienda regionale, considerati responsabili dell'attuale dissesto. Non si capisce poi, hanno sottolineato i segretari sindacali, a che titolo il direttore generale, Paolo Paduano, attualmente collocato in ferie d'ufficio e considerato tra i responsabili del dissesto, possa continuare ad operare presso Roma Tpl.

Per quanto riguarda le ipotesi di privatizzazione prospettate dall'azienda, che ritiene inevitabile questo sbocco, i sindacati hanno ribadito la propria contrarietà alla uscita di Umbria Tpl e Mobilità dall'ambito pubblico, riservandosi, qualora questo percorso divenisse obbligatorio, di valutare con attenzione le eventuali manifestazioni di interesse.

Infine, le organizzazioni sindacali chiedono l'attivazione in tempi brevi di un tavolo di confronto con Regione, Province e Comuni, per la definizione, in attuazione della legge regionale sul trasporto pubblico locale, del piano regionale dei trasporti e del piano di bacino, funzionali alla effettuazione della gara per l'assegnazione dei servizi di mobilità.

Tutti questi nodi, secondo i sindacati, devono essere oggetto di un incontro immediato con gli enti proprietari, nel quale dovranno essere offerte le necessarie garanzie rispetto al percorso di messa in sicurezza dell'azienda. In mancanza di riscontri positivi, è stato detto, la pazienza e il senso di responsabilità, finora ampiamente dimostrati dai lavoratori, verranno inevitabilmente meno.

Dal tavolo con l'azienda di stamattina è anche emerso l'impegno a organizzare incontri per illustrare il piano di risanamento redatto dagli advisors, impropriamente già fatto circolare. Mentre, per quanto riguarda il congelamento del percorso di omogeinizzazione dei trattamenti economici del personale, restando ferme le rispettive posizioni (il sindacato è contrario al congelamento e chiede che l'omogeneità di trattamento sia garantita a tutti i dipendenti dell'azienda), si è deciso di attivare incontri specifici per arrivare ad una definizione complessiva, fatta salva la retroattività dal primo gennaio 2013 degli effetti economici.

Le organizzazioni sindacali hanno infine ribadito all'azienda la necessità di intervenire in primo luogo su sprechi e diseconomie legate a: trattamenti retributivi individuali (quadri e dirigenti), consulenze, collaborazioni con ex dipendenti ora in pensione, trasferte del personale impiegatizio, eccessivo numero di figure dirigenziali. Qui vanno, in primo luogo, cercate le risorse e non bloccando processi di omogeneizzazione già avviati e concordati, hanno sottolineato i sindacati.

In attesa dell'incontro con gli enti proprietari, le organizzazioni dei lavoratori hanno quindi annunciato la predisposizione di un calendario di assemblee da effettuare nelle prossime settimane, ribadendo che l'assenza di risposte porterà inevitabile alla mobilitazione del personale.

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