Umbria Jazz 50, Bob Dylan è passato da noi! Il menestrello che "contiene moltitudini" - Tuttoggi.info

Umbria Jazz 50, Bob Dylan è passato da noi! Il menestrello che “contiene moltitudini”

Carlo Vantaggioli

Umbria Jazz 50, Bob Dylan è passato da noi! Il menestrello che “contiene moltitudini”

Sab, 08/07/2023 - 11:18

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Qualche mugugno per il "sequestro" del telefono cellulare all'ingresso ed un concerto Old Style non fanno mancare l'evento a Umbria Jazz 50

Tutto sommato, “dati causa e pretesto…” direbbe il poeta modenese, che altro si potrebbe aggiungere ad uno come Bob Dylan, che al colmo del suo contenuto umano non va nemmeno a ritirare il Premio Nobel vinto nel 2016? Che aveva le mensole piene di riconoscimenti e dunque non aveva posto per l’ultimo dei tanti premi?

Canzoni e vita

Di certo non vi racconteremo la sua biografia o lo sterminato elenco di collaborazioni, album scritti, premi e riconoscimenti prestigiosi. In un articolo di giornale si fa appena a tempo ad accennare a qualche fatto determinante. E visto che la cartuccia sul rifiuto del Nobel l’abbiamo già sparata, vi diciamo ora che forse (secondo autorevoli fonti biografiche di Robert Allen Zimmerman), tutto cominciò a New York con una visita in ospedale a Woody Guthrie di cui più tardi Dylan scrisse, “Potevi sentire le sue canzoni e allo stesso tempo imparare a vivere”. Che poco non è, soprattutto se quella frase rappresenta grossa parte delle intenzioni di scrittura nei testi di Bob.

Bob Dylan è invece passato da noi, e sembra proprio un ritorno all’antico. In tutti i sensi.

Bob è passato da noi

Visita graditissima per brindare ai 50 anni di Umbria Jazz che ne ha viste di tutti i colori e a cui mancava un tipino come lui. Ma Bob qualche trascorso con Perugia lo aveva già avuto ai tempi in cui cercava con ostinazione di essere gradito a Susan Elisabeth Rotolo, graziosa studentessa americana di New York presso la nostra Università per Stranieri intorno al 1962. Quei fatti della vita che lasciano delle impronte in cui nella storia personale di ognuno di noi, ogni tanto torniamo a mettere il piede e a riaccendere la luce.

Il concerto in breve

Bob Dylan, oggi 82enne musicista in attività, porta a Perugia i brani del suo ultimo lavoro del 2020, Rough and Rowdy Ways, e raramente si intenerisce e suona i suoi classici che forse rimangono fatti personali di Dylan e di chi nei decenni associa a quei pezzi qualcosa della propria vita.

Cantare non se ne parla, ma a ragione. Recitare in musica questo si che invece è un ottimo modo di impreziosire i testi e Dylan questo fa a Perugia, con una band composta da Tony Garnier (basso e contrabbassso), Jerry Pentecoste (batteria), Bob Britt (chitarra), Donnie Herron (steel guitar e violino) e lo stesso Dylan al pianoforte.

Personalmente, per quello che abbiamo sentito, al netto di qualche possibile crampo alle mani causa età, preferivamo il Bob da chitarra acustica e armonica a bocca. Una roba più semplice ed anche molto più efficace. Ci sono evidenti trasandatezze soprattutto in chiusura dei brani dove nessuno sembra sapere mai come farla finita. Ma stiamo parlando di un artista che è colmo, pieno, e che se suona lo fa per divertimento (glielo auguriamo) e anche un bel cachet. Intorno ai 400mila dollari.

In cambio Mr.Tambourin Man offre un tuffo nel passato non tanto recente. Un concerto come lo si poteva vedere esattamente 50 anni fa in qualche sala da ballo americana. Fondali velati illuminati di rosso, fissi, senza nessuna concessione a frivolezze e la band molto americana, tutti vestiti in un completo scuro molto rockabilly, con le chitarre calate a livello ginocchio e suonate piegate, il pianista che si estenua (direbbe Paolo Conte) suonando spesso in piedi e il batterista che sottolinea i passaggi con ampie sbracciate delle bacchette. Un bassista con il cappello. E gli amplificatori con la presa elettrica attaccata al muro. Blues a manetta, con tutte le varianti possibili di intensità. Uno spettacolo artisticamente “interessante”. Per fortuna non abbiamo i capelli da poterceli strappare. Diversamente avremmo avuto uno scoramento tempestoso al sapere che stavamo applaudendo l’idolo invece che la sua performance.

Pantofole e caminetti

Al santa Giuliana, da sempre luogo di chiacchiericcio e movimento continuo prima, durante e dopo i concerti, esplode la rilassatezza da pipa e ciabatte davanti al camino. Niente schermi giganti per vedere da vicino l’idolo e i suoi accoliti. Nessuna foto in giro anche perchè i cellulari vengono sequestrati all’ingresso e chiusi in un sacchetto a prova di Mossad. Più di 4mila buste che da sole contengono un valore economico doppio se non triplo di tutto l’ambaradan visto in scena. Senza contare le crisi di panico e di astinenza da connessione continua. Sfogate abbondantemente al solito ristorante del backstage che per la bisogna ha caricato qualche euretto in più sul menù generale (due porzioni di patatine uso McDonald’s e due bottigliette d’acqua, 16 euro). E alla fine solo acidità di stomaco da governare con un Gaviscon.

Una stranezza affascinante, se non fosse che ancora a 82 anni ci dobbiamo arrivare e come noi la stragrande maggioranza del pubblico presente. Spettatori che non devono essere lusingati a tutti i costi, ma nemmeno eccessivamente mortificati. Potremmo fare un lungo elenco di “mattacchioni” che usano stranezze comportamentali a uso e consumo della loro idea del mondo. Uno ce lo ricordiamo personalmente bene, tal Keith Jarrett, quello che nel 2013 suonò al buio. Chissà come se la passa?

I contain Multitudes

Tuttavia il coltello dalla parte del manico ce l’hanno proprio coloro che come Bob Dylan “contengono moltitudini”. Anche se la loro idiosincresia all’immagine di se in luoghi pubblici è tanto elevata quanto la voglia di avere un pubblico che li applaude sapendo di poterli osservare dal vivo. Ma le due cose devono pur trovare una sintesi in questo rutilante mondo dello spettacolo dal vivo.

Nessuno però può negare che l’evento non ci sia stato. Anzi! Tentare di svuotare il mare con il cucchiaio è una impresa da energumeni e Bob con il sequestro dei telefoni e un concerto old style, ci ha provato. La potenza della testimonianza!

Del resto ci è rimasto lui e pochi altri, al momento, che “contengono moltitudini”. E che Dio ce lo conservi.

P.s.

Ufficialmente non esistono foto o documenti audio-video sul concerto di Perugia, come del resto accaduto anche nel concerto del giorno prima, 6 luglio, a Lucca. Scegliamo dunque di mettere come immagine del pezzo un fondale rosso, così come visto all’Arena. Non scomoderemo il volto di Dylan con foto di repertorio.

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