Una questione semplice ma che si è complicata. Al bando c’era un appalto di meno di 80mila euro. L’obiettivo? Portare sullo schermo, grande e piccolo, l’Umbria. Si chiama Film Commission ed è una delle ultime operazioni (ri)messe in campo dalla Regione per uscire da questa profonda crisi del turismo post sisma.
Un bando di gara per l’assegnazione, dopo 4 anni di stop, dei servizi come strumento di promozione del territorio come location per produzioni audio-cinematografiche, già attive in alcune regioni italiane, come in Puglia e Piemonte. Sì, perchè le Film Commission lungo tutto lo Stivale sono 17 e rappresentano un riferimento per le produzioni nazionali e internazionali, per gli investitori, gli autori, gli operatori del cinema e dell’audiovisivo.
Un’idea del consigliere regionale Giacomo Leonelli approvata all’inizio del 2016 e per cui solo alla fine dell’anno scorso si sono trovati i fondi per costituire un bando di gara per l’assegnazione dei servizi. A presentare i progetti 7 realtà del settore: Gika production di Roma, la società consortile della capitale Ass. For. Seo srl, Acme produzioni di Roma, Superficie 8, Studio Lumiere di Perugia, Fondazione HallGarten – Franchetti centro studi Villa Montesca Città di Castello e un raggruppamento temporaneo tra Microcinema di Perugia, Pars film srl Cinecittà, Confcommercio Umbria, Università dei Sapori, Promovideo srl di Perugia.
Con una determina dirigenziale firmata il 22 novembre 2016 viene formata una commissione incaricata della valutazione delle offerte tecniche relative alla proceduta negoziata per l’acquisizione dei servizi per attività di supporto al servizio turismo commercio sport per le attività di Film Commissione della Regione. Aggiudicazione, ricordiamolo, mediante offerta economica più vantaggiosa. Ed ecco fatta la commissione, composta da Daniela Toccacelo, dirigente del Servizio Sviluppo e competitività delle Imprese, in qualità di presidente; Fabio Melelli, docente Universitario e Luca Manfredi, regista e sceneggiatore anche dell’ultimo video a caccia di turisti della Regione con FIlippo Timi e Veronica Corvellini.
L’affidamento viene ufficializzato il 23 gennaio con una determina dirigenziale direttamente da palazzo “Constatato che dal suddetto verbale risulta che l’offerta economicamente più vantaggiosa è stata prodotta dalla Società Consortile ASS.FOR.SEO Srl di Roma, che ha totalizzato il punteggio pari a punti 98/100, dato dalla somma del punteggio attribuito all’offerta tecnica e al punteggio attribuito all’offerta economica pari ad € 72.000,00 + iva”. Ma viene fatto ricorso al Tar e per un cavillo, forse a causa di un bando scritto troppo frettolosamente, Studio Lumiere di Perugia, classificatasi nella prima stesura dell’aggiudicazione del bando, al terzo posto nella gara, si aggiudica l’appalto. Come a dire che, forse, la nuova vita di Film Commission non inizia nel migliore dei modi.
Ma quali sono le attività di Film Commission? Innanzitutto c’è da dire che l’incarico è di un anno e l’Amministrazione regionale ha la facoltà di prorogare il contratto. Tante le attività che la società dovrà svolgere in questi dodici mesi e che fanno parte del pacchetto finanziato da 72mila euro. Tra quelle specificate nel bando troviamo l’assistenza durante le riprese, lettura della sceneggiatura, la “location guide” (banca dati location fotogallery e/o videogallery delle location, sopralluoghi assistiti), la production guide (gestione sito web dedicato e implementazione ed aggiornamento delle banche dati online, banca dati operatori del settore regione Umbria, contatti con professionalità locali e società di servizi (Production Guide), la facilitazione dei contatti locali e l’individuazione di forme di sostegno economico alle produzioni, insieme alla ricerca di marchi e contatti con gli sponsor. Per non parlare di tutto quello che è promozione.
Il tutto messo nero su bianco su report trimestrali in cui saranno descritte tutte le attività svolte in relazione all’incarico ricevuto. In particolare, ed è anche forse la cosa che salta di più al’occhio è il fatto che Studio Lumiere dovrà impegnarsi ad attrarre in Umbria almeno 3 produzioni cine audiovisive ogni anno. Ma se da una parte la proposta di ricostituire la Film Commission è visto come una fondazione di partecipazione, così da convogliare accanto alle risorse regionali quelle dei Comuni e dei privati interessati, così come accade nelle migliori realtà nazionali, sembra che in Regione l’occasione della Film Commission potrebbe essere ‘colta’ per crearsi uno spazio, un ufficio vero e proprio, in cui convogliare le attività di Sviluppumbria, Province, aeroporto regionale di Assisi e del sistema del credito in Umbria.
Di una film commission, in Umbria, c’è bisogno? Probabilmente sì, serve un “sistema cinema” che faccia da capofila per rendere questa regione ancora più appetibile e in grado di diffondere l’idea di una terra che potrà fare dell’accoglienza la sua identità culturale. I fondi trovati per le attività, ricordiamolo, sono poco meno di 80mila euro e ogni anno, almeno per ora, si dovrà procedere ad un affidamento dei servizi. Se non pensata nel migliore dei modi, la film commission di casa nostra rischia di diventare un nuovo carrozzone con un ufficio in Regione. Di un progetto di diffusione territoriale che lavori ambiziosamente per raggiungere degli obiettivi tangibili all’Umbria serve. Di lavoro da fare ce n’è tanto, sarà bene rimboccarsi le maniche.