Tornare ad assumere negli enti pubblici, per non tagliare i servizi. Più che una proposta è un appello quello lanciato dal segretario organizzativo regionale della Uil-Fpl Umbria Maurizio Molinari: “A meno che non vogliano deliberatamente tagliare servizi ai cittadini, gli Enti locali assumano nuovo personale che possa sostituire i dipendenti che sono andati o andranno in pensione anticipatamente con ‘Quota 100’, così come prevede la legge”.
Molinari on nasconde i rischi che la continua contrazione di personale negli Enti locali sta ingenerando in termini di efficienza e qualità dei servizi e capacità di erogarli: “In questi ultimi anni – ricorda – la ‘terapia del risparmio’ si è concentrata prevalentemente sulla spesa per il personale degli Enti locali e, a causa dei vincoli assunzionali che le leggi hanno loro imposto, abbiamo assistito a un progressivo depauperamento numerico del personale dipendente che, a fronte di modesti risparmi nei bilanci, non ha tardato a generare un effetto involutivo sui servizi”.
“Al fine di tamponare l’emorragia di personale in uscita – prosegue il segretario della Uil Fpl Umbria –, l’articolo 14 bis del cosiddetto decreto Quota 100 concede oggi, però, agli stessi Enti locali l’importante facoltà, ‘a seguito delle cessazioni che producono il relativo turn-over’, di assumere personale affinché i pensionamenti aggiuntivi generati proprio da Quota 100 non si abbattano sulla restante platea di dipendenti e, ancor peggio e più rovinosamente, sui cittadini”.
“Nostro malgrado – rivela quindi Molinari – dobbiamo constatare che solo pochi Enti hanno sfruttato quest’opportunità, sottovalutandola se non addirittura ignorandola, trincerandosi dietro giustificazioni economiche non più utilizzabili, sfruttando la rassegnazione dei cittadini ad avere sempre meno servizi o servizi sempre più inefficienti. Esistono, però, ancora graduatorie in vigore da cui anche Enti poco dinamici nel bandire ed espletare concorsi pubblici potrebbero assumere. Occorre inoltre considerare che molti idonei presenti nelle suddette graduatorie già svolgono o hanno svolto servizio negli Enti a tempo determinato e vantano un’esperienza che andrebbe capitalizzata piuttosto che dispersa”.
“Ora – conclude Molinari – la parola passa agli amministratori degli Enti locali ai quali chiedo se vogliono continuare oppure no a tenere alto il livello dei servizi resi al cittadino: in tal caso occorre assumere sfruttando al cento per cento le opportunità concesse dalla legge e successivamente riorganizzare la macchina in modo più efficiente. Unica alternativa è il taglio dei servizi, ma sarebbe un controsenso che i Comuni non colgano queste opportunità, peraltro emanate da un Governo che spesso veste gli stessi colori”.