Quando la squadra dei cinghialai ha pesato la preda non poteva credere al responso della bilancia: 245 kg. Tanto pesava il maschio di cinghiale abbattuto nelle campagne tra Deruta e Perugia.
Una stazza fuori dal comune, probabilmente frutto di un incrocio con un suino. Del resto, la proliferazione dei cinghiali nei boschi e nelle campagne dell’Umbria è anche dovuta alla tipologia di animali selvatici oggi presente, frutto di inserimenti di specie non autoctone (come quelle provenienti dall’Est Europa o addirittura dal Vietnam).
Con il risultato che alcune specie più resistenti, o che comunque si sono adattate meglio all’ambiente umbro, stanno prevalendo su quelle autoctone. Anche con risultati dannosi per le colture, gli allevamenti ed anche per la sicurezza stradale, visto il numero degli incidenti provocati da cinghiali che attraversano le strade.
Anche per questo è stata particolarmente nutrita la partecipazione degli umbri alla giornata di protesta contro il proliferare degli animali selvatici organizzata a Roma dalla Coldiretti. Secondo le stime dell’associazione, in dieci anni il numero dei cinghiali è più che raddoppiato, con una situazione di allarme nei piccoli comuni dell’Appennino, dove ci sarebbe ormai un cinghiale ogni 5 abitanti.