Uccisa a coltellate, Bigotti resta in carcere ma senza aggravante maltrattamenti - Tuttoggi.info

Uccisa a coltellate, Bigotti resta in carcere ma senza aggravante maltrattamenti

Davide Baccarini

Uccisa a coltellate, Bigotti resta in carcere ma senza aggravante maltrattamenti

Il tirbunale del Riesame conferma la seconda ordinanza di custodia cautelare per omicidio | Nel casolare spuntano nuove tracce del sangue di Anna Maria
Mer, 27/01/2016 - 16:26

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Federico Bigotti, il 22enne tifernate accusato di aver ucciso a coltellate la madre Anna Maria Cenciarini lo scorso 28 dicembre, resta in carcere. Il tribunale del Riesame ha infatti confermato quest’oggi, a distanza di 24 ore dall’udienza di ieri, la seconda ordinanza di custodia cautelare per omicidio nei confronti del ragazzo, emessa dal gip Giangamboni subito dopo l’annullamento della prima per vizi procedurali.

I giudici hanno comunque accolto, parzialmente, il ricorso presentato dai legali del 22enne, Francesco Areni e Vincenzo Bochicchio, riconoscendo alla difesa del giovane la richiesta di depennare dalla lista dei reati contestati l’accusa di maltrattamenti in famiglia, questo perché secondo il Tribunale della libertà sussiste la “mancanza di gravi indizi di colpevolezza”. Va ricordato che quest’ultima aggravante era stata ricostruita tramite le dichiarazioni dei familiari i quali, interrogati, avevano riferito di reiterati litigi fra madre e figlio.

Al momento Federico si trova nel carcere di Piacenza dove sarà sottoposto ad accertamenti psichiatrici almeno fino al 15 febbraio, in attesa di essere visitato anche dal medico scelto dalla difesa. Solo successivamente il giovane potrà tornare a Perugia.

Sempre nella giornata di ieri i Ris hanno effettuato un nuovo sopralluogo nel casolare di Varesina, dove ulteriori tracce di sangue di Anna Maria sono state trovate sulla maniglia interna della porta della camera di Federico e su un accappatoio di quest’ultimo. Eppure il ragazzo, nella sua prima e unica versione di quella mattina, aveva detto di aver visto la madre colpirsi da sola con il coltello e di essere corso in camera dalla paura, senza aver trovato il coraggio di fermarla. Un altro tassello che ricompone il quadro a sostegno della tesi accusatoria.

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