Nella Cattedrale di Città di Castello la messa di suffragio per il "vescovo missionario", mons, Domenico Cancian ha letto alcune lettere "premonitrici" del religioso tifernate spedite dal Perù | Bassetti "In missione a rischio della vita"
E’ stato ricordato oggi pomeriggio (14 giugno), con una messa di suffragio nella Cattedrale di Città di Castello, monsignor Ivo Baldi Gaburri, il “vescovo missionario” di Huari (Perù), morto venerdì scorso (11 giugno) dopo un lungo ricovero in ospedale a causa del Covid.
Alla presenza del cardinale Gualtiero Bassetti, che ha presieduto la celebrazione, e di tutti i vescovi dell’Umbria, il vescovo di Città di Castello monsignor Domenico Cancian ha voluto esprimere “un sincero grazie a ‘don Ivo’” per la sua esemplare attività pastorale: “Rimarrà nel cuore di tutti i tifernati, e di tantissimi altri, per la sua personalità mite e coraggiosa, semplice e creativa, gentile e anche ironica, dedita in modo appassionato alla missione in Perù per ben 45 anni. Qui si è profondamente inculturato fino al punto che aveva deciso di rimanerci in vita e dopo la morte. Com’è avvenuto, purtroppo, in una modalità che forse non prevedeva lui, tanto meno noi”.
Il presule tifernate ha poi letto alcune lettere che lo stesso monsignor Baldi, usava spedire a Cancian anche in piena pandemia. Così scriveva il 12 marzo scorso: “Il lockdown è un lusso che i poveri non possono permettersi: noi siamo semplicemente nelle mani di Dio più che dei vaccini…questi arriveranno qui chissà quando. Avremo il solo vantaggio che la maggior parte del mondo ha già fatto da cavia. In questo momento stanno aumentando i morti. Ciò nonostante fra poco inizierò lo stesso i miei viaggi e le visite sapendo che prima o poi andando in giro […] Spesso penso e vedo come sia realmente possibile poterne morire: un buon input per la mia povera preghiera”.
“Possiamo immaginarci i sentimenti di questo giovane missionario, le gioie, ma anche le fatiche, le prove, i momenti di scoraggiamento. – ha detto Bassetti nella sua omelia – Apprendiamo invece dalle stesse parole del Vescovo Baldi, quelle lette da mons. Cancian nelle sue lettere, quale fosse il suo atteggiamento davanti al pericolo del virus che causava così tanti morti. Pur consapevole dei rischi che le visite pastorali comportavano, scriveva: ‘Fra poco inizierò lo stesso i miei viaggi e le visite, sapendo che prima o poi andando in giro…’. Questa frase, rimasta sospesa, esprime la piena coscienza di ciò che questo pastore si sentiva chiamato a fare, anche a rischio della vita“.
Mons. Ivo Baldi Gaburri è nato il 27 marzo 1947 a Città di Castello. È stato ordinato sacerdote il 9 ottobre 1971. Subito dopo è stato nominato vice-parroco della Cattedrale di Città di Castello, con l’incarico di occuparsi in pari tempo dei gruppi giovanili dell’Operazione “Mato Grosso”. Nel 1975 si è recato in Perù, nella Prelatura di Huarí. È stato parroco di Psicobamba e di San Marcos e poi Rettore del Seminario di Pumallucay. Il 14 dicembre 1999 è stato nominato Vescovo di Huaraz ed ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 6 gennaio 2000 in San Pietro da San Giovanni Paolo II. Il 4 febbraio 2004 è stato trasferito alla Prelatura territoriale di Huari. Nel 2008 la Prelatura è stata elevata a diocesi e mons. Ivo Baldi è stato il primo vescovo fino allo scorso 11 giugno, giorno della sua morte.