Che fine ha fatto il progetto di recupero dell’ex cinema Turreno di Perugia? Se lo sono chiesti questo pomeriggio anche in Regione Umbria, durante la seduta del Consiglio. A interrogare l’assessore con delega all’urbanistica e alla cultura, Fernanda Cecchini, a proposito del protocollo d’intesa tra Regione, Comune e Fondazione Cassa di risparmio, sono stati i consiglieri regionali Giacomo Leonelli e Attilio Solinas (Pd). L’interrogazione arriva a pochi giorni da un atto simile presentati dai consiglieri di opposizione di Palazzo dei Priori.
Il Consigliere Solinas, nella presentazione dell’atto, ha sottolineato “l’importanza strategica per la città di Perugia della riqualificazione dell’ex cinema Turreno che potrebbe anche colmare le attuali carenze di strutture dedicate alle attività culturali e contribuire al rilancio sociale ed economico dell’acropoli perugina, visto che il protocollo d’intesa prevede, tra l’altro, che negli spazi dell’ex cinema Turreno debba essere realizzato un centro polifunzionale per lo svolgimento di attività di promozione e produzione culturale incentrate sulle tematiche dello spettacolo dal vivo e del cinema, da integrare anche con attività legate al turismo congressuale e alla convegnistica di alto livello”.
L’assessore alla Programmazione urbanistica e cultura, Fernanda Cecchini ha ricordato che “tutto nasce dall’esigenza di ristrutturare e ricollocare all’interno delle funzioni importanti di Perugia il Turreno. La Fondazione Cassa di risparmio acquista la struttura con successiva donazione di un terzo alla Regione e due terzi al Comune, che dovevano farsi carico della ristrutturazione. La Regione mantiene gli impegni con 1,5milioni di euro quali risorse recepite nel quadro dell’Agenda urbana e ulteriori 1,5milioni di euro da fondi per attrattori culturali. Il progetto avrebbe dovuto essere non superiore ai 5milioni di euro, e il Comune di Perugia avrebbe dovuto attivarsi attraverso un bando per trovare un soggetto che predisponesse l’ipotesi progettuale e curare poi la parte successiva di tutto il percorso. Ma in base al Codice per l’appalto, dove per poter lavorare a un project financing è necessario che il privato metta il 70 per cento dei finanziamenti, non eravamo nelle condizioni di procedere e quindi si dovrà farlo con altre azioni e profili. Lo studio che ha messo a disposizione la commissione tecnica prevede una spesa di 3-4 milioni di euro, le risorse della Regione quindi non basterebbero, e quindi il Comune dovrebbe farsi carico di trovare le risorse mancanti.
Sui progetti e sui profili, la soluzione della commissione tecnica prevede l’utilizzo più ampio possibile per fini culturali, per fini ricreativi, con funzioni che interessano la città, con la possibilità della flessibilità all’interno della sala per svolgere varie tipologie di manifestazioni. Ad oggi siamo comunque in una situazione di stallo, finché il Comune di Perugia non avrà definito nell’insieme tutte le dinamiche che riguardano l’Agenda urbana e non avrà trovato quindi la somma mancante. A meno che, e ne dovremo parlare con l’Amministrazione comunale di Perugia, non si voglia procedere a un primo stralcio funzionale, ma in questo caso sarebbe completamente a carico, per una parte delle risorse, della Regione e non starebbe all’interno del patto iniziale. Comunque, la Giunta regionale in tempi brevissimi prenderà atto delle ipotesi progettuali presentate e seguirà da vicino tutte le dinamiche di questa vicenda”.
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