Adriano Di Stefano è stato condannato a 6 anni di reclusione e 10mila euro di multa per i reati di truffa aggravata e falsità in titolo di credito. E’ questa la sentenza emessa nel tardo pomeriggio di martedì dal giudice del tribunale di Spoleto Denia Anibaldi nei confronti dell’ex broker e vice sindaco di Norcia. Dopo diversi anni dalle prime denunce, quindi, è stata emessa la sentenza di primo grado a carico del promotore finanziario e politico nursino (eletto nel 2009 con la Giunta Stefanelli, dimessosi da assessore nel 2011 e rimasto comunque successivamente consigliere comunale).
Caso Adriano Di Stefano, tutti gli articoli
Presenti in aula anche alcuni dei risparmiatori di Norcia che gli avrebbero affidato i propri risparmi tra il 2007 ed il 2011. Il caso più eclatante quello di un nursino che aveva consegnato all’ex broker la pensione del figlio disabile. Soldi tutti spariti: per l’accusa il “buco” ammonta a circa 800mila euro, anche se in aula (in questo processo ma anche in quelli satellite che si sono tenuti sempre davanti al tribunale di Spoleto) è emerso come in realtà i risparmi affidati ad Adriano Di Stefano e spariti nel nulla sarebbero molto più rilevanti.
Nel corso del processo il procuratore capo di Spoleto Alessandro Cannevale aveva chiesto per l’imputato una condanna a 7 anni e 3 mesi di reclusione. Richiesta a cui si erano associate le parti civili (11 quelle rimaste, tra risparmiatori, Allianz e Unicredit, anche se le parti offese erano oltre 30), difese dagli avvocati Luisa Di Curzio, Roberto Mastalia, Roberta Spoletini, Vincenzo Brandimarte, Maria Antonietta Salis e Alessandro Brunetti. Non c’era invece il difensore di fiducia di Adriano Di Stefano, l’avvocato Roberto Migno, che ancora una volta ha adottato una strategia difensiva ‘particolare’. Dopo varie istanze di rinvio, legittimo impedimento e quant’altro, infatti, oggi il legale ha presentato una “pec” in cui contestava l’andamento del processo evidenziando che “i fatti non sono stati ricostruiti esaustivamente“, anche a causa della revoca dei testimoni della difesa (per i quali non è stata mostrata comunque alcuna prova da parte del difensore dell’avvenuta notifica della citazione). Nessuna nuova istanza di rinvio ma soltanto la considerazione che era “inutile la presenza del difensore in udienza“. A difendere l’imputato in aula, quindi, c’era un avvocato d’ufficio, Maria Donatella Aiello, che ha chiesto l’assoluzione o quanto meno la concessione delle attenuanti.
Per vari filoni della stessa inchiesta sono state già condannate altre 9 persone per l’accusa di ricettazione, tra cui alcuni risparmiatori, il fratello dell’ex promotore finanziario ed un suo amico, ma anche un assicuratore di Spoleto, che avevano cambiato o incassato alcuni assegni che sarebbero stati loro forniti proprio da Adriano Di Stefano.
Il giudice ha disposto anche delle provvisionali per 6 parti civili (per un totale di 151mila euro) mentre alcuni reati sono prescritti. Di Stefano è stato invece assolto per alcune ipotesi di reato relative al falso. In particolare per la pro loco di Norcia sono previsti 15mila euro di provvisionale, 10mila per Allianz, 20mila per Unicredit, 100mila per Luciano Passeri, 1.500 per Augusta Santucci e 5mila per Arcangelo Moretti.