Troppe scappatelle e lei lo chiude in casa, a doppia mandata, per tre giorni. E’ accaduto a Tavernelle di Panicale nel 2008, oggi la vicenda ha nuova vita nelle aule del tribunale di Perugia. Perchè la donna è accusata di sequestro di persona. Un reato per il quale la Procura agisce d’ufficio nonostante la coppia ad oggi sia ancora unita e, a dire dell’avvocato Giuseppe De Lio che difende l’accusata, “più felice che mai”. Secondo il legale infatti “si è trattato di un banale litigio tra coniugi”.
Segregato per tre giorni. La pensano diversamente il giudice che l’ha rinviata a giudizio e il magistrato secondo cui la donna “aveva impedito al marito di rientrare nell’abitazione coniugale, costringendolo a rimanere per ore lungo le scale condominiali. Nonché di averlo in un’altra occasione chiuso all’interno dell’appartamento”.
“Ti infilo un coltello in gola”. Secondo l’accusa l’uomo trascorse il 28,29 e 3o agosto segregato nella sua casa di Tavernelle ma oggi, sembrano lontani i tempi di quel “Se non ti comporti bene te lo infilo in gola”, detto secondo l’accusa dalla moglie al marito e riportato nelle carte. Ora sul processo incombe il rischio della prescrizione, la prossima udienza è fissata ad ottobre. Chissà se l’uomo, che non si è mai costituito parte civile e che ha anche ritirato la sua denuncia si presenterà, mano nella mano, con l’imputata.