Momenti difficili per l’industria ternana. Dopo le note vicende che stanno interessando TK-Ast e Acqua Sangemini-Amerino, anche ‘il caso’ Treofan è destinato a diventare un ‘affare’ nazionale.
La denuncia dei sindacati
Le segreterie nazionali dei sindacati confederati, visti i difficili tentativi di dialogo e senza ripetere la storia della cessione del Gruppo Treofan passata dalla proprietà De Benedetti al Gruppo Indiano Jindal (che ha visto la chiusura dello stabilimento di Battipaglia e il tentativo di depauperare il sito di Terni) hanno inviato una missiva al Mise con la quale denunciano una serie di avvenimenti che si sono verificati all’interno dello stabilimento umbro, e per i quali “si rende necessario un intervento immediato, non più procastinabile”.
Terni dimenticata
Secondo quanto riferito dalle sigle sindacali, già prima della chiusura del sito di Battipaglia sarebbero iniziati i trasferimenti di produzioni dallo stabilimento Treofan di Terni verso altri stabilimenti del Gruppo (Kerkrade-Olanda, Virton-Belgio e Brindisi). Inoltre, verrebbe ridotto il budget di manutenzione, non verrebbero adeguati gli organici con contatti stabili a fronte delle uscite di personale per pensionamento, non esisterebbe più alcun riferimento per le relazioni sindacali “con i vertici societari spesso latitanti e poco inclini ad un vero confronto con le Istituzioni e con il Sindacato”.
Effetto Covid ‘positivo’
“L’impianto di laccatura dello stabilimento di Terni rimane con pochi ordini, in marcia a ritmo ridotto rispetto alla sua capacità produttiva in un momento in cui, per stessa ammissione della proprietà, il portafoglio ordini è molto buono in quanto il mercato del film per alimenti non subisce alcuna contrazione per effetto del Covid 19 – si legge ancora nella nota – anzi beneficia probabilmente di 2 fattori importanti: il maggior utilizzo di prodotti alimentari confezionati per il consumo a media scadenza e l’esigenza di molte aziende produttrici di merendine biscotti ecc. di sostituire i films per confezionamento di questi prodotti già stampati in omaggio ai due grandi eventi sportivi annullati: le Olimpiadi e i campionati europei di calcio”.
Impianti delocalizzati
I sindacati precisano inoltre che, nonostante durante l’ultimo vertice al Mise abbia ‘vietato’ alla società Treofan /Jindal di non spostare gli impianti da Battipaglia ad altre unità produttive del Gruppo, in questi giorni “gli impianti dismessi del sito Treofan di Battipaglia destinandoli in Olanda, Belgio, India e Brindisi. A Terni viene assegnata, come ultima presa in giro, soltanto una taglierina di piccole dimensioni”.
Arroganza e presunzione
“Molti dei macchinari installati a Battipaglia sono stati acquistati con contributi della Regione Campania e dello stato italiano; sono impianti di proprietà della società Treofan – denunciano ancora i sindacati – che con arroganza e presunzione del management, vengono assegnati a unità della società Jindal, ma soprattutto vengono destinati all’estero nonostante siano beni acquistati, come sopra detto, con contributi economici pubblici italiani”.
Questa modalità di fare impresa non può essere assolutamente condivisa e va denunciata come non etica: si ricevono i soldi per investimenti in un paese, successivamente si chiude e si trasferiscono i beni in altri paesi.
Terni impoverita
Nel mese di gennaio 2020, per preparare il terreno ad un ulteriore alleggerimento, sono state inviate lettere da Jindal ai clienti Treofan, avvisandoli che dal 31 gennaio sarebbero stati cambiati i codici dei prodotti a marchio Treofan con relativa omogeneizzazione dei codici del Gruppo Jindal.
Da quel momento a Terni sono stati lentamente sottratti tutta una serie di prodotti ad alto valore aggiunto con l’impegno di sostituirli con altre produzioni provenienti dal Gruppo Jindal. “Ad oggi gli unici e scarsi nuovi prodotti assegnati a Terni – spiegano i sindacati – sono in larghissima parte dei prodotti così detti commodities, prodotti precedentemente a Battipaglia. La funzione Planning, che prende gli ordini (che i clienti fanno direttamente a Jindal) vengono allocati sistematicamente a Virton (Belgio) e Brindisi (Italia), sotto la supervisione di Mr. Kaufman, che come da lui stesso dichiarato nella riunione in video conferenza con il Mise di venerdì 15 c.m., ha assunto la paternità del progetto di armonizzazione del portafoglio clienti in atto”.
Jindal non risponde, chiesto intervento del Governo
“Questi ragionamenti sono stati posti al management Jindall senza ricevere nelle varie riunioni risposte adeguate e soddisfacenti tali da fugare ogni dubbio di ridimensionamento o addirittura una dismissione dello stabilimento umbro.
In conclusione il sito di Terni – concludono i sindacati – ha tutte le carte in regola per competere sul mercato sia a livello di capacità produttiva che per le competenze tecniche dei propri addetti. Chiediamo quindi che venga salvaguardato e messo nelle condizioni di ricevere gli ordinativi per soddisfare i clienti e venga a tal proposito rafforzato dal punto di vista degli investimenti; nel merito accogliamo favorevolmente la disponibilità in tal senso manifestata anche nell’ultimo incontro con il Mise da parte dalla Regione Umbria attraverso le dichiarazioni dell’Assessore Regionale”.