Oltre 30 i militari impegnati nella vasta operazione che ha portato allo smantellamento della rete di prostituzione minorile che aveva come base la città di Terni. Gli inquirenti, dopo il sequestro dei cellulari delle persone coinvolte, stanno ancora indagando sui clienti che hanno frequentato le giovani vittime.
Tremano sia Terni che Spoleto, visto che, secondo gli inquirenti, il gruppo di persone che era solito incontrare le ragazze, era consapevole del fatto che fossero minorenni. Tutti avrebbero un’età compresa tra i 50 e i 60 anni e, la maggior parte, sarebbero professionisti.
L’operazione, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Perugia, ha permesso di ricostruire un quadro raccapricciante della vicenda, che ha uno dei suoi lati più oscuri, nell’episodio che riguarda la madre di una delle tre ragazze, che, in un’occasione, aveva costretto la figlia ad avere rapporti sessuali con lei e un cliente di Spoleto.
Quando i militari l’hanno portata nella caserma di Via Radice, la 47enne ha accusato un malore ed è stata trasportata in ospedale da un’ambulanza del 118.
Come è stato chiarito dalle indagini, il ruolo degli spoletini era quello di procacciare i clienti nella città del Festival, dove avevano individuato un hotel compiacente che, con linguaggio in codice, garantiva la stanza per la prestazione. In altre circostanze i rapporti avvenivano presso l’appartamento stesso dei clienti e le giovani, che venivano prelevate dalla stazione di Soleto e poi riaccompagnate per tornare a Terni, in un’occasione, sono state costrette ad avere rapporti sessuali anche con i loro aguzzini.
Per ora sono 3 i clienti denunciati, tutti di Terni, che riuscivano ad avere prestazioni in cambio di sigarette, gratta e vinci e altri regali simili.
Si attendono ora gli sviluppi del filone di indagine che sta interessando le città di Terni e Spoleto
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