Completare la Tre Valli, ma partendo dalla galleria fino a Firenzuola e non dal tratto Baiano-Firenzuola, per il quale l’Anas ha già pronto il progetto. A chiederlo a gran voce è il sindaco Fabrizio Cardarelli, presente venerdì mattina al sit in promosso dalla Cgil (presenti sindacalisti sia spoletini che umbri, tra cui il leader della Camera del lavoro di Perugia Filippo Ciavaglia) proprio laddove finisce la strada statale 685 “delle Tre Valli Umbre”. Un incontro dove si è parlato anche di un altro tipo di infrastrutture, quelle ferroviarie (con il problema del cantiere del raddoppio che potrebbe subire uno stop), ma anche di turismo e della tassa di soggiorno.
Priorità alla galleria – “Il territorio io lo faccio spaccare se è sicuro che sia finalizzato ad un travalicamento delle montagne, se diventa l’ennesimo lavoro incompiuto, mi basta che sia incompiuto fino a qui, altrimenti facciamo solo un danno ambientale senza un ritorno”. È deciso il primo cittadino, che spiega: “prima devono fare il tunnel, quando lo faranno allora parleremo dell’aggancio dell’ultimo pezzetto, allora saremo sicuri che serve. Altrimenti rischiamo di buttare via 120-200 milioni di euro, per fare questo pezzetto qua, che morirà sotto la montagna. Sarebbe uno stupro del territorio e mi opporrò con tutte le mie forze, – incalza il sindaco Cardarelli – nonostante ci sia chi dice ‘intanto facciamo questo pezzo e poi vedremo per la galleria’. Non sono d’accordo, se si inizia a scavare per il tunnel siamo sicuri che la strada si fa, altrimenti la certezza non ce la darà mai nessuno”. Parole che hanno raccolto l’assenso dei sindacalisti presenti, anche se per il collegamento tra Baiano e la E45 si stimava uno stanziamento necessario di 800 milioni di euro, gran parte dei quali proprio per il traforo che dovrebbe essere di 4 km. Una montagna di soldi.
L’alternativa – Negli ultimi anni il completamento della Tre Valli è passato in secondo piano, soprattutto dopo che la Camera di commercio di Terni si è fatta promotrice di un progetto – per il quale è stato firmato due anni fa un protocollo d’intesa anche con Regione, Anas e Comuni di Spoleto e Terni – per realizzare una variante alla statale 3 Flaminia nel tratto del valico della Somma. Un progetto di circa 100 milioni di euro per rendere l’arteria più sicura, facendo passare la sede stradale ad una quota più bassa rispetto all’attuale. Su questo l’attuale primo cittadino non mostra una contrarietà, ma un appello a sbrigarsi quello sì: “Se avessero deciso in alternativa di riaddrizzare la Flaminia tra Spoleto e Terni – commenta – facessero almeno quello. Però Spoleto così isolata non ci può rimanere, gli effetti li vediamo tutti. Gli insediamenti produttivi non ci sono, le attività non si insediano proprio perché nessun industriale intelligente sarebbe così poco lungimirante di aprire un’impresa in un pezzo che rimane strozzato in un collo di bottiglia: vediamo la fine che ha fatto la zona industriale del consorzio Terni Narni Spoleto, abbiamo solo massacrato un pezzo di territorio in cambio di niente. Non ci possiamo permettere di fare errori di questo tipo, prima servono le vie di comunicazione, dopo di che si può pensare agli insediamenti. Immaginate – spiega – se i nostri oleifici potessero accedere al porto di Civitavecchia tramite una viabilità diretta per esempio, oppure la Cementir…”.
La polemica con Ricci – Al centro dell’attenzione non ci sono solo le strade ma anche le ferrovie. E il sindaco non le manda a dire al consigliere regionale Claudio Ricci in merito alla proposta di una “variante” ferroviaria. “Sono in disaccordo – spiega – con l’amico Ricci quando ripropone di fare una sorta di via trasversale che taglia fuori tutti in questo territorio. Su questo non sono d’accordo. Dobbiamo lavorare tutti perché l’aeroporto diventi effettivamente l’aeroporto di tutta l’Umbria, ma che si possa pensare di fare questo a danni di alcuni territori no, così verrebbero tagliati fuori Terni, Spoleto e Foligno, una cosa veramente senza senso. Mi dispiace che hanno trovato un coacervo i consiglieri del Pd e Ricci. Questa è una ingiustificabile dimostrazione di campanilismo che non dovrebbe esistere. Le larghe intese se sono costruttive è un conto, se sono distruttive un altro, non possono essere larghi egoismi”. E a proposito di difesa del territorio per le infrastrutture, il sindaco parla di un sostegno dell’amministrazione comunale di Foligno, perché “con la nuova strada che parte dall’Adriatico, se facessero questo pezzetto di Tre Valli ci sarebbe il collegamento di questa trasversale centrale, che è molto più veloce e meno costosa di tutte le altre fatte a nord di Perugia”.
Raddoppio ferroviario e Tecnis “decapitata” – Un brutto colpo al territorio spoletino potrebbe arrivare dall’inchiesta siciliana che ha coinvolto la Tecnis, la società che, costituita in un’Ati, insieme ad altre sta portando a compimento il raddoppio ferroviario Spoleto – Campello. Un cantiere che già soffre da mesi e che ora potrebbe avere forti contraccolpi, come evidenziano a margine del sit in alcuni sindacalisti Cgil. Se i lavori proseguono attualmente è grazie al finanziamento di un Sal (stato di avanzamento dei lavori), ma a fine mese tutto si potrebbe fermare di nuovo. Non solo: l’azienda sarebbe esposta economicamente per diversi milioni di euro. L’ultima novità è l’arresto dei vertici catanesi dell’impresa, nell’ambito di una inchiesta relativa a degli appalti dell’Anas. Nei giorni scorsi la prefettura di Catania ha adottato una misura interdittiva antimafia nei confronti della Tecnis e a breve sembra che possa avvenire il suo commissariamento. La speranza, comunque, è che il cantiere per il raddoppio ferroviario Spoleto – Campello non si fermi di nuovo. Tra l’altro tra gennaio e febbraio sono previsti dei lavori nella strada di accesso del centro sportivo Flaminio, proprio in questo ambito.
Il sindacato – A cercare di accendere un faro su un territorio “che dopo la fascia appenninica vede le condizioni economiche e sociali più gravi in Umbria”, usando le parole di Filippo Ciavaglia, è la Cgil, che appunto ha promosso un presidio all’imbocco della Tre Valli a Baiano. “Questa strada – dice il segretario generale della Camera del lavoro di Perugia – è sempre stato un obiettivo, è propedeutica per l’insieme della Regione, non solo per Spoleto. Non diciamo che ci sia un’opera che deve essere fatta prima o dopo, le opere infrastrutturali per l’Umbria devono avere una stessa priorità, in modo che si possa dare una risposta omogenea nel territorio. La nostra presenza oggi qui vuole accendere un faro su questo territorio che è dentro il contesto regionale, per far sì che i livelli regionali e statali prendano atto di quello che sta succedendo in un piccolo territorio che fa parte dell’Umbria”.
Turismo e tassa di soggiorno – Ciavaglia porta come esempio il turismo, settore con molte luci ma anche qualche ombra, schierandosi a favore dell’amministrazione comunale che ha introdotto di recente la tassa di soggiorno. “Noi abbiamo condiviso – dice il leader sindacale – quella che era l’impostazione dell’amministrazione sulla tassa di soggiorno, siamo perfettamente d’accordo con un indirizzo di utilizzo ben preciso, concordato e concertato. Basta girare un po’ per altre regioni e capiamo che questo indirizzo diventa necessario con le risorse che oggi purtroppo non ci sono. Ho avuto uno scontro – rivela – con le associazioni di commercianti o altri che dicevano che così poi non verrà più nessuno. Io dicevo invece che io non mi muovo da casa non perché devo mettere 50 centesimi in più, ma perché non ho le risorse economiche di base, non sono i 50 centesimi in più che non mi fanno spostare”. Il sindaco Cardarelli è contento di queste parole e incalza: “dopo che l’abbiamo approvata sono aumentate le presenze turistiche”. Il problema del turismo, però, secondo Filippo Ciavaglia, è che non porta un vero aumento del Pil. “Ci sono stati dati positivi, un aumento delle presenze – ricorda – ma noi abbiamo contestato che si voglia basare tutto sul turismo quale elemento di sviluppo della regione. Ci sono stati 11mila occupati in più in Umbria, ma attenzione, l’80% sono nel terziario e principalmente nel turismo, che aumenta l’occupazione sì, ma sono contratti precari, che comunque vanno bene rispetto a niente… Insomma c’è aumento di occupazione ma è precaria e che non determina il Pil. Serve invece l’industria e bisogna creare le condizioni attrattive, le infrastrutture servono a questo nel lungo termine, mentre nel breve termine magari le piccole opere promosse dalle amministrazioni comunali”.