Nove anni e mezzo di reclusione. Quel che si dice una condanna esemplare per un reato terribile. Un 40enne della zona del Trasimeno è stato condannato oggi pomeriggio dal primo collegio del tribunale penale di Perugia per uno stupro tremendo avvenuto nel 2010. Secondo quanto denunciato, e a questo punto accertato dai giudici di prime cure, l’uomo chiuse in casa la cugina, di poco più giovane di lui e la stuprò in maniera selvaggia.
La massacrò di botte anche: le ruppe sette costole e la fece finire in ospedale per 40 giorni. Ci sono voluti sette lunghissimi anni, ma alla fine, la giustizia, anche se coi suoi tempi, è arrivata. I giudici di Perugia lo hanno condannato anche al pagamento di una provvisionale di 50mila euro immediatamente esecutiva.
I giudici sono rimasti in camera di consiglio meno di un’ora dopo che il pubblico ministero Giuseppe Petrazzini aveva chiesto una condanna a otto anni di reclusione. L’imputato, attualmente in carcere perché accusato da un’altra donna di averla stuprata nel corso dell’estate, era difeso dall’avvocato Giuseppe Sforza. La donna invece si era costituita parte civile con l’avvocato Laura Modena.
(Rp)