Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Terni, ha sequestrato in una località del circondario oltre 1.500 reperti, per la massima parte di presumibile provenienza etrusca, nella disponibilità di una persona di 60 anni e considerati dagli investigatori come detenuti illecitamente.
In particolare nella dimora di campagna e nell’abitazione dell’indagato, adibite a veri e propri musei, sono stati rinvenuti oltre a ciotole, lucerne, candelieri, teste in terracotta, vasi, frammenti di ceramica, anche circa 200 monete, 15 frammenti di sculture, due sculture complete nonché colonne in travertino verosimilmente di epoca romana e frammenti di cornicione di travertino incastonati negli edifici.
Al detentore del materiale archeologico, è stato contestato il reato di furto per essersi appropriato di beni di pertinenza dello Stato che, ritengono i finanzieri, provengono in buona parte da scavi illeciti e non autorizzati effettuati nella zona. L’indagato ha cercato di giustificare la detenzione dei reperti, di cui taluni di rilevante interesse storico, esibendo una dichiarazione di possesso inviata alla Sovrintendenza di Perugia, riguardante, peraltro solo una parte degli oggetti rinvenuti e comunque ritenuta non veritiera dai finanzieri.
Indagate anche altre tre persone che secondo la Guardia di Finanza sono coinvolte nell’illegittimo impossessamento dei reperti e che dovrebbero aver collaborato alle ricerche clandestine dei pezzi archeologici.
Le fiamme gialle stanno anche verificando la possibilità della esistenza di una vera e propria associazione a delinquere dedita agli scavi abusivi e alla rivendita dei pezzi rinvenuti a privati.