Dopo la vittoria al primo turno di Bacchetta, la coalizione di Centrosinistra è ancora al lavoro per dare vita alla nuova Giunta comunale di Città di Castello. Il primo cittadino, nella sua prima uscita ufficiale dopo le elezioni, aveva già dichiarato che si sarebbe preso tutto il tempo a disposizione (fino al 27 giugno, termine per l’insediamento del nuovo Consiglio comunale) cercando di raggiungere un accordo definitivo, con tutte le forze politiche che lo hanno sostenuto, sui 7 assessori che amministreranno la città nei prossimi 5 anni.
I criteri della scelta – Come annunciato da Bacchetta, e come ribadito dalle parole del segretario Pd Rossella Cestini, ci saranno criteri ben precisi per la scelta dei nomi: su tutti il numero di voti conquistati, per dare priorità anche alla scelta dei cittadini, poi verranno la competenza, la rappresentanza delle diverse sensibilità del partito e dei territori”.
Quote rosa – Altro fattore da non sottovalutare, anche perché determinante per la formazione della Giunta, è la scelta di genere, che secondo la legge Delrio prevede l’inserimento in Giunta di almeno il 40% di assessori donne, ovvero, nel caso di Città di Castello, ben tre. Una legge, quest’ultima, che persino il neo eletto consigliere comunale Andrea Lignani Marchesani giudica “delirante, visto che impone quote e che limita la libertà di un Sindaco nelle scelte e nel rispetto del risultato elettorale. Sarà un primo vero grattacapo per Bacchetta“.
Favoriti i “supervotati” – Secondo i criteri annunciati da Cestini e Bacchetta, e grazie ad un’importante anticipazione di quest’ultimo, 4 assessori su 7 della vecchia Giunta potrebbero quasi sicuramente essere riconfermati: si tratta dei 4 “supervotati” alle recenti elezioni, che hanno fatto il pieno di preferenze (2570 voti complessivamente). Nel dettaglio sono i due più votati del Pd, Michele Bettarelli (736 preferenze) e Luca Secondi (499), e i due più votati di Socialisti per Città di Castello, Massimo Massetti (669) e Riccardo Carletti (666).
Tre donne – A questo punto, se i 4 “supervotati” venissero eletti, rimarrebbero solo tre posti, tutti riservati alle donne. Tra queste le favorite sono Luciana Bassini, la prima donna più votata del Pd (378) e lo stesso segretario di partito Rossella Cestini. Porte aperte e speranze anche per la giovane Francesca Mencagli, seconda preferita della lista Pd (334), e le prime due di Socialisti per Città di Castello, Benedetta Calagreti (349) e Ursula Masciarri (312). A chiedere uno scranno c’è però anche “La Sinistra per Castello”, con il più votato della lista Giovanni Procelli (145) e l’assessore uscente Mauro Alcherigi (112) comunque destinato. Qualora non dovessero essere confermati in blocco i 4 “supervotati”, uno di quest’ultimi potrebbe sperare. Non è detto, comunque, che la lista civica possa vedere eletto assessore anche un suo rappresentante donna.
Chi spera di rientrare in Consiglio – Ovviamente per ogni assessore nominato, c’è un posto che si libera tra gli scranni del Consiglio comunale, al quale aspirano “i primi non eletti” delle rispettive liste. Qualora venissero nominati assessori i 4 “supervotati” (ricordiamo 2 del Pd e 2 per il Psi), sarebbero certi del posto in Municipio Mirko Pescari (259) e Luciano Tavernelli (246) per il Pd, e Luigi Bartolini detto “Trivello” (227) e Tiziana Croci (225) per i Socialisti. Alcherigi de La Sinistra per Castello, ammesso che non sia riconfermato assessore, siederebbe in Consiglio solo se Procelli diventasse membro della nuova Giunta.