Luca Biribanti
Incontri, vertici, discussioni, mobilitazioni non sembrano accelerare la soluzione della crisi delle acciaierie di Terni. Nella mattinata di oggi, i rappresentanti delle sigle sindacali hanno incontrato l'amministratore delegato Ast, Marco Pucci, per fare un punto della situazione. Fatta la ormai consueta analisi delle criticità nella gestione interna degli stabilimenti e della trattativa per la compravendita del polo siderurgico, tutto è stato rimandato a settembre, a giorno ancora da stabilirsi. In una nota dei sindacati si legge “calendarizzare ed iniziare a discutere tutte le questioni che devono essere necessariamente affrontate da qui alla fine dell’anno. Dal punto di vista generale si è ribadita la convergenza di obiettivi in merito alla vendita Ast, come sempre fatto fino ad oggi, con la necessità di stabilire i tempi e modi dell’attuazione del percorso”. Ribadire, il verbo più utilizzato in questa delicata situazione, segno che qualcosa sta funzionando e che il cortocircuito tra istituzioni e Outokumpu non è ancora sanato e che la voce dei sindacati è ancora troppo debole per far valere garanzie di esito positivo della crisi.
Seguita la nota: “Nel contempo si è ritenuto necessario ribadire la necessità di una interlocuzione più serrata rispetto alla gestione corrente propedeutica a supportare il progetto generale.
Ci aspetta un periodo carico e intenso di appuntamenti, durante il quale le relazioni industriali debbono essere messe in atto con la massima determinazione e trasparenza perché in gioco c’è il futuro dello stabilimento di Terni, delle sue produzioni e di conseguenza di tutte le maestranze. E’ il momento di giocare un ruolo propositivo, ognuno per le proprie competenze e ambiti di lavoro, conoscendo il perdurare delle difficoltà macroeconomiche.
Ad avviso delle Organizzazioni sindacali tutto ciò è necessario al fine di ripristinare un sistema di relazioni industriali corretto utile al raggiungimento degli obiettivi sopracitati e fino ad oggi sostenuti”.
L'impressione è sempre la stessa. Outokumpu sembra un soggetto inavvicinabile e distante. Il governo prova la mediazione con l'Europa che con una pacca sulla spalla invita tutti ad aver fiducia. I segretari dei sindacati non battono il pugno nelle sedi opportune.
Nei vari interventi dei rappresentanti del governo e dei sindacati si sono sempre sentite parole accorate che facevano di Terni una criticità nazionale: “difendere il lavoro”, “difendere la produzione dell'acciaio significa salvaguardare l'economia nazionale”, questioni davvero allarmanti, alle quali però non è mai corrisposta un'azione incisiva e determinata dei vari soggetti che si sono impegnati nel risolverle.
Restiamo comunque alle parole di Antonio Tajani, che lo scorso 13 luglio, durante il convegno organizzato dal Pdl sull'Ast, si era dichiarato convinto che la vendita sarebbe avvenuta entro la fine del 2013. Già, ma a quale prezzo? Ammesso che si possa giungere a una conclusione per dicembre, quali sono i piani industriali delle multinazionali interessate all'acquisto delle acciaierie? Quali sono sono le garanzie per i lavoratori? Forse, prima della vendita, bisognerebbe conoscere le condizioni dei piani industriali; forse.
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Tk-Ast Terni / Sindacati incontrano l'ad Pucci / Fumata nera e rinvio a settembre dei problemi
Lun, 26/08/2013 - 13:22