Tiangong1, frammenti potrebbero cadere in Umbria | Ecco cosa fare - Tuttoggi.info

Tiangong1, frammenti potrebbero cadere in Umbria | Ecco cosa fare

Redazione

Tiangong1, frammenti potrebbero cadere in Umbria | Ecco cosa fare

La Protezione Civile sta seguendo da giorni i possibili scenari del rientro della base spaziale | Le Prefetture sono in contatto con i sindaci e strutture locali
Sab, 31/03/2018 - 18:06

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Aggiornamento del 2 aprile –  Il rientro nell’atmosfera della Tiangong 1 è avvenuto alle 2:16 italiane sul Pacifico meridionale


Si avvicina l’ora dell’impatto sulla Terra della stazione spaziale cinese Tiangong-1, stimato al momento per il 2 aprile alle ore 02.39 ora italiana, con una finestra di incertezza di circa 2/4 ore. [Dato aggiornato in base all’ultima comunicazione delle ProCiv]

La stazione che nella traduzione dal mandarino si chiama Palazzo Celeste è la prima stazione spaziale cinese lanciata nello spazio, lancio che avvenne dal centro di Jiuquan nel deserto di Gobi, il 30 settembre 2011. La discesa della base spaziale, che alla partenza aveva una massa complessiva di 8.500 Kg compreso il propellente, è iniziato a marzo 2016 in maniera incontrollata.

Il rientro pianificato era previsto nell’Oceano Pacifico, mentre ad oggi la caduta dei frammenti potrebbe interessare anche il territorio dell’Italia e al momento riguardano il potenziale coinvolgimento delle regioni Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

La possibilità che uno o più frammenti della stazione spaziale Tiangong-1 possano cadere sul territorio italiano (terre emerse) corrisponde a una probabilità stimabile intorno allo 0,2% – si legge in un comunicato della Protezione Civile italiana che sta monitorando con continuità la situazione – Le previsioni di rientro sono soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento della stazione spaziale stessa rispetto all’orientamento che assumerà nello spazio e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché a quelli legati all’attività solare.

Si attendono nuovi aggiornamenti nella serata di oggi, 31 marzo.

Come comportarsi:

Sulla base delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica, è possibile fornire alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di auto protezione:

  • poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;
  • i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
  • all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti;
  • è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto;
  • alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all’impatto e contenere idrazina. Si consiglia, in linea generale, che chiunque avvistasse un frammento, senza toccarlo e mantenendosi a un distanza di almeno 20 metri, dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti.


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