Aggiornamento ore 16.35 – Un vertice flop quello che si è tenuta questa mattina negli uffici di Via Molise di Roma, nella sede del Mise. Al tavolo tecnico convocato dal Governo, presieduto dal viceministro Teresa Bellanova erano presenti l’Amministratore delegato di Ast e presidente di ThyssenKrupp Italia Massimiliano Burelli, il vice presidente della Giunta regionale dell’Umbria e assessore allo sviluppo economico, Fabio Paparelli, il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, ed i rappresentanti delle segreterie nazionali Confederali e dei sindacati territoriali. Nessun tedesco dunque e nessuna rilevante novità sul fronte cessione acciaierie di Terni da parte di Thyssen. Lo scenario sembra già visto. Per la Regione il referente Paparelli ha fatto un lungo riepilogo della storia della vertenza Ast fino ad arrivare alle dichiarazioni del Ceo ThyssenKrupp, Heinrich Hiesinger, che, in sede di bilancio di fine anno, aveva dichiarato la volontà di cedere gli stabilimenti di Viale Brin, non ritenuti più strategici per il mercato della multinazionale.
“Una richiesta di chiarezza – ha spiegato l’assessore – ripetuta il 23 novembre a seguito delle dichiarazioni del CEO di Thyssen Krupp, Heinrich Hiesinger, riportate dall’agenzia di stampa Reuters, sulla volontà attuale di procedere alla vendita di AST e rafforzate dall’ordine del giorno bipartisan approvato dall’Assemblea Legislativa dell’Umbria per la salvaguardia e lo sviluppo dello stabilimento siderurgico dell’Acciai speciali Terni che impegnava la Giunta regionale a confermare la richiesta di incontro al Governo nazionale alla presenza dei vertici di Thyssen Krupp, così da verificare le prospettive del sito siderurgico di Terni della Acciai Speciali Terni Spa, alla luce degli intendimenti della multinazionale circa la cessione dello stesso e a richiedere alle autorità nazionali ogni utile iniziativa legata alla individuazione ed attuazione di politiche industriali finalizzate al consolidamento ed allo sviluppo della siderurgia in Umbria ed in Italia. Ciò – ha sottolineato Paparelli – in considerazione della strategicità del sito umbro per lo sviluppo e la tenuta dell’industria e della manifattura nazionale e regionale”.
L’assessore ha sollecitato l’azienda sia sul versante degli impegni relativi alla tenuta occupazionale, anche a seguito alle procedure di licenziamento collettivo attivate nel mese di settembre, sia ad accelerare sugli investimenti di carattere ambientale, a partire dall’impianto per il recupero delle scorie che “consentirebbe all’azienda – secondo Paparelli – di essere la prima acciaieria al mondo a chiudere il cerchio produttivo, con un evidente aumento di competitività.”
Il presidente Burelli, con poche parole, ha confermato che, nonostante le dichiarazioni del Ceo di Thyssen, attualmente non vi sono trattative in corso né manifestazione di interesse per l’azienda ternana. Burelli ha infine illustrato i dati relativi alla gestione aziendale per l’esercizio dal primo ottobre 2016 al 30 settembre 2017 che, strategicamente erano stati diffusi proprio mentre era in corso il vertice.
Il viceministro Bellanova, a nome del Governo, ha ribadito la strategicità del sito di Terni e la necessità, dopo l’incontro di oggi da lei stessa definito interlocutorio, di aggiornare entro il mese di gennaio il confronto alla presenza dei vertici tedeschi in quanto interlocutori da cui dipende direttamente la vendita.
Un viaggio a vuoto fondamentalmente, perché era ovvio che, senza la presenza dei manager tedeschi, il vertice non avrebbe nulla aggiunto a quanto già noto.
Se il futuro dell’Ast è incerto, è invece una certezza l’efficacia della strategia in fatto di comunicazione del gruppo tedesco ThyssenKrupp. Proprio mentre i vertici di azienda, parti sociali e istituzioni locali sono riuniti al Mise per discutere della cessione delle acciaierie ternane da parte della multinazionale, Thyssen invia alla stampa il ‘conticino’:
da 3 milioni dello scorso anno l’utile è passato a 87 milioni per un fatturato da un miliardo di euro.
Come a dire che mentre si discute, ‘noi’ facciamo i fatti.
Ecco la nota dell’azienda: “Il 2017 per AST si chiude con numeri importanti, che raccontano più di ogni parola il momento positivo per l’Azienda: l’utile passa dai 3 milioni dello scorso anno agli 87 dell’anno fiscale appena concluso. Un anno in cui Acciai Speciali Terni ha affrontato sfide e cambiamenti significativi, all’interno di quella che è stata una vera e propria trasformazione della fabbrica. L’utile conferma che la strategia intrapresa è quella giusta, che il riposizionamento di AST sul mercato globale sta portando i suoi frutti e che l’azienda opera in relativa serenità in un contesto, quello siderurgico, ancora difficile.
È importante sottolineare che le condizioni di mercato hanno giocato un ruolo significativo in questi risultati – l’utile ha beneficiato della spinta positiva data dall’aumento dei prezzi delle materie prime che ha determinato un effetto contingente di rivalutazione del magazzino – oltre all’impatto della rivalutazione delle imposte differite, ma va evidenziato che questi numeri sono stati raggiunti migliorando la produttività, intervenendo sulle inefficienze e mettendo fine a un lungo periodo di pratiche fraudolente ai danni dell’Azienda.
La produzione di acciaio liquido è salita a 958,9 kton (+17 kton), la produzione per vendita a 861,3 kton (+19 kton) mentre lo spedito è rimasto praticamente stabile a 848,8 kton (-3 kton).
Gli investimenti sono aumentati a 58,2 milioni di €, con un incremento di 13,8 milioni di € rispetto all’esercizio precedente.
Il mezzo per affrontare queste sfide è stato e continuerà ad essere l’applicazione della Lean Transformation, una filosofia di vita e di lavoro sperimentata per la prima volta all’interno di un sito siderurgico. A settembre 2016 cominciava il viaggio di AST verso il miglioramento continuo, un percorso nato dalla necessità di cambiare pelle per raggiungere nuovi obiettivi, all’interno di un mercato sempre più competitivo, puntando a qualità e innovazione. Da allora sono aumentati i controlli e migliorati i processi di acquisto, privilegiando la puntualità delle consegne e la diminuzione dei reclami. Sono state ottimizzate procedure e processi produttivi, applicando la logica del miglioramento continuo, con strumenti aziendali innovativi per la siderurgia. Il miglioramento continuo include l’evoluzione del rapporto tra attività produttiva e ambiente. Seguendo le politiche più innovative nel campo dell’ economia circolare, l’azienda ha lanciato due progetti: la riqualificazione del parco scorie, che diventerà un grande spazio verde attrezzato, a disposizione di tutta la città e il bando internazionale per il riciclo della scoria derivante dalla produzione di acciaio inox , giunto in questi giorni alla fase conclusiva del suo iter.
Una tappa fondamentale lungo il percorso di rinnovamento è stata la scelta di contrastare in maniera forte e determinata la corruzione in tutte le sue forme, coltivando onestà, coerenza e lealtà, come valori fondamentali per l’Acciaieria e per tutto il territorio. Un impegno concreto, che ha avuto il suo riconoscimento con l’adesione di Acciai Speciali Terni a Transparency International e l’invito rivolto all’Azienda dal Ministero degli Affari Esteri, per condividere la propria esperienza in occasione del Business Integrity Day, organizzato lo scorso 12 dicembre nella sede OCSE di Parigi, di fronte ai delegati di tutto il mondo”.