Stava passeggiando tranquillamente lungo il Tevere, a Pieve Santo Stefano (Ar) quando all’improvviso ha intravisto un oggetto luccicare, molto simile ad una spada, tra le increspature dell’acqua.
Una volta avvicinatosi, il cittadino – del posto – ha poi appurato che si trattava effettivamente di una vera e propria spada. Così, dopo averla presa, si è subito diretto in Comune, dove ha voluto informare della scoperta il sindaco Claudio Marcelli, che ha preso in custodia l’arma.
Il primo cittadino, a sua volta, ha chiamato i carabinieri di Sansepolcro. Per legge, infatti, tutto ciò che viene ritrovato nel sottosuolo e nei corsi d’acqua, e che potrebbe essere di interesse dal punto di vista storico, culturale, architettonico e antropologico, appartiene allo Stato, il quale deve farne un apprezzamento ed eventualmente rivendicarne il possesso a scopo di pubblica fruizione (si deve procedere con la cosiddetta “expertise”.
Gli uomini dell’Arma hanno infine informato i colleghi per la Tutela del patrimonio culturale, ufficio di diretta collaborazione del Ministro della Cultura con sede distaccata a Firenze. Entro pochi giorni, forse già domani (26 maggio) è atteso il responso sull’origine della spada. I carabinieri si recheranno infatti al Municipio di Pieve Santo Stefano accompagnati da un funzionario della Soprintendenza per i beni culturali di Arezzo.