L’associazione ‘Amici del Tevere’ è ancora una volta sul piede di guerra, dopo l’ennesimo caso denunciato di acque torbide nel tratto di fiume che scorre alle porte di Umbertide. Questa volta a far infuriare il vicepresidente del club Sandro Zucchini è stato il rinvio forzato, a causa dell’impraticabilità del “campo gara” (le cui acque diventano inspiegabilmente giallastre e maleodoranti), di una manifestazione di pesca che avrebbe coinvolto ben 40 iscritti.
Zucchini, che ha ricordato come una situazione simile si sia già verificata nei giorni scorsi, durante i mondiali di pesca dell’International Fishing Food e Show, ha dichiarato che la situazione è andata peggiorando dopo le recenti piogge, compromettendo colore e pulizia dell’acqua. Il numero due degli Amici del Tevere, inoltre, continua a ribadire che le acque del fiume siano inquinate, nonostante i risultati delle analisi dell’Arpa.
Tevere inquinato, Pescatori propongono ronde per salvaguardare il fiume
In seguito a queste polemiche l’Agenzia regionale per la protezione ambientale ha specificato alcuni punti: “È doveroso innanzitutto precisare – si legge nella nota – che il campo gara è caratterizzato da condizioni piuttosto particolari, in quanto sorge immediatamente a monte di uno sbarramento artificiale per la produzione di energia elettrica. In questo tratto, il livello del Tevere è innalzato artificialmente, la corrente è minima e, durante i mesi estivi, l’acqua diventa particolarmente torbida”.
Va ricordato che nel 2010 Arpa Umbria ha svolto uno studio che aveva l’obiettivo di verificare eventuali correlazioni tra gli elevati valori di torbidità e la presenza di sostanze inquinanti. Secondo tale studio, la torbidità delle acque registrata dalla stazione fissa di Umbertide (sita all’interno del campo gara) sembrava indipendente da quanto rilevato appena 2,30 km a monte, all’inizio del campo gara. “Pertanto, – aggiunge l’Agenzia – i problemi di torbidità sono locali e vanno ricercati nelle condizioni idrauliche del fiume; in quell’area, caratterizzata da una ridottissima velocità del flusso d’acqua, il fiume perde energia e tende a sedimentare particelle a granulometria fine che, in condizioni normali, sarebbero trasportate a valle. In queste condizioni, qualsiasi sollecitazione al sistema può rimettere in sospensione le particelle fini, generando incrementi di torbidità”.
Nel tratto in questione vi sono elementi di difficile individuazione che incidono sulle caratteristiche chimico-fisiche delle acque fluviali. Non è facile trovare una spiegazione a questa serie di fenomeni; probabilmente, vi sono una serie di concause che producono, come effetto, l’alterazione dei parametri chimico-fisici delle acque, legate sia alle condizioni locali del fiume (regime idraulico modificato, assenza di fascia riparia, diminuzione della capacità autodepurativa, inerzia termica maggiore, ecc.), sia alle attività esercitate in esso (pesca sportiva).
“Queste considerazioni – conclude Arpa – vengono confermate dai dati acquisiti nel 2016 dalla stazione di monitoraggio che si trova proprio dentro il campo di gara. I dati escludono la presenza di ione ammonio (inquinante legato alla presenza di reflui “freschi” di natura civile/zootecnica, di rilascio recente) in concentrazioni elevate; contestualmente, possiamo confermare il buono stato di ossigenazione delle acque, indispensabile per la vita della fauna ittica“.