Archiviata la discussa preapertura, che si è risolta in meno di tre ore di caccia (tanto c’è voluto per arrivare all’80% del carniere e decretare lo stop) i cacciatori umbri si interrogano sul futuro dell’esperimento del tesserino elettronico. Un’applicazione, che la Regione ha fatto elaborare alla propria società PuntoZero, in grado, teoricamente, di conteggiare in tempo reale gli animali abbattuti.
Un sistema che però ha il limite di richiedere la connessione a internet – escludendo, quindi, dalle zone di caccia le aree dove non c’è segnale – e uno smartphone, non nelle disponibilità di molti cacciatori anziani o comunque poco tecnologizzati.
Visto al ritardo con cui si è arrivati a fissare il carniere in Umbria, probabilmente era una strada obbligata per consentire la preapertura. Anche se con esiti sul campo che erano prevedibili.
Molti cacciatori temono però che l’esperimento non si fermi qui e che in futuro saranno sempre più le specie cacciabili solo utilizzando il tesserino elettronico. E chiedono di conservare anche i mezzi tradizionali. A partire dalla caccia alla tortora per il prossimo anno, organizzando per tempo adeguati sistemi di monitoraggio.
Tanto più che la rapidità con cui è stato raggiunto il limite del carniere (2971 capi) dimostra l’abbondanza di tortore nelle campagne umbre.
Il problema è nelle mancate segnature sui tesserini cartacei, dice la Regione. Le associazioni venatorie replicano puntando l’indice contro le mancate e tardive letture da parte degli uffici. Tant’è che nel Piano di gestione nazionale della tortora selvatica, stilato da MiTe e Ispra lo scorso ottobre, sui dati degli abbattimenti (riferiti al 2019 o, in assenza, al 2018) mancavano ancora le Regioni Umbria e Lazio e la Provincia di Bolzano. Dati, quelli relativi alle stagioni venatorie dal 2014 al 2018, che la Regione Umbria ha consegnato successivamente, con una media di 5943 tortore abbattute che ha portato, appunto, al carniere dimezzato per il 2022 a 2971 capi. Numeri molto inferiori alle reali presenze di tortore, dicono le associazioni venatorie, che chiedono una modifica al sistema di monitoraggio.