Tesserino digitale e Pago PA, le associazioni venatorie chiedono all'assessore di togliere l'obbligo

Tesserino digitale e Pago PA, le associazioni venatorie chiedono all’assessore di togliere l’obbligo

Massimo Sbardella

Tesserino digitale e Pago PA, le associazioni venatorie chiedono all’assessore di togliere l’obbligo

La lettera firmata da Federcaccia, Arcicaccia, Libera Caccia, Enalcaccia, Cpa, Anuu e Italcaccia
Ven, 16/05/2025 - 16:03

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Il tesserino venatorio digitale obbligatorio per la caccia di selezione e il versamento della tassa ci concessione tramite Pago PA non piacciono alle associazioni venatorie, che in una lettera siglata da tutti i presidenti (Nazzareno Desideri per Federcaccia, Emanuele Bennati per Arcicaccia, Lando Loretoni per Anlc, Francesco Ragni per Enalcaccia, Angelo Liruni per Cpa, Vladimiro Boschi per Anuu e Mauro Longari per Italcaccia) e indirizzata all’assessore Simona Meloni ed agli uffici regionali, chiedono un confronto su questi temi.

Né ha fermato la protesta dei cacciatori la previsione, contenuta nei Calendari venatori emanati dalla Giunta dopo l’incontro fatto con Urca, di contenere l’obbligo del tesserino venatorio ai soli selettori under 65. In generale, per le associazioni venatorie prevedere l’obbligo del tesserino venatorio digitale a chi pratica la caccia di selezione rappresenta una scelta “immotivata sotto il profilo gestionale, ma anche discriminatoria rispetto agli altri cacciatori che esercitano forme diverse di attività venatoria, per i quali l’uso del tesserino cartaceo rimarrebbe invece consentito. Un trattamento così differenziato appare ingiustificato e contribuisce – avvertono – a creare divisioni inutili all’interno del mondo venatorio, già oggi fortemente provato da normative e vincoli sempre più restrittivi”.

Le associazioni evidenziano che il tesserino digitale potrebbe avere un senso se dotato di funzionalità avanzate, quali l’annotazione in tempo reale delle uscite, degli abbattimenti e altri dati utili ai fini gestionali. “In tal caso – scrivono ancora – si tratterebbe di uno strumento con una valenza concreta nel monitoraggio e nella gestione faunisticovenatoria. Tuttavia – rilevano – nella forma attuale, l’obbligo digitale non presenta questi elementi qualificanti e risulta pertanto ingiustificato e inefficace”.

Valutazioni che, ricordano, erano state manifestate nella Consulta faunistico venatoria, dove avevano espresso il consenso a renderlo obbligatorio alla caccia di selezione purché “avesse previsto funzionalità anche circa la registrazione delle uscite di caccia e l’annotazione dei capi abbattuti o feriti”.

Per questo, le sette associazioni venatorie chiedono alla Regione di prevedere che l’attuale strumento digitale venga “affiancato o integrato con un’applicazione già collaudata e funzionante”, come ad esempio quella in uso nella Regione Toscana, “in grado di offrire un servizio efficace, semplice e realmente utile sia ai cacciatori che agli enti gestori”.

O, in alternativa, per l’annualità corrente di non prevedere alcuna obbligatorietà, lasciando la scelta facoltativa al singolo cacciatore.

“La popolazione venatoria umbra ha un’età media elevata – ricordano – e un’imposizione come
quella ipotizzata, se non accompagnata da strumenti adeguati e da un percorso di accompagnamento graduale, rischia di tradursi in un ulteriore disincentivo alla pratica della caccia, contribuendo al progressivo abbandono dell’attività da parte di molti appassionati”.

Si ritiene poi impossibile adottare le indicazioni circa la generazione della tassa di concessione regionale tramite il sistema Pago PA dedicato in quanto le tasse regionali dal primo gennaio ad oggi sono già state versate da moltissimi cacciatori. “E inserire tutti i dati richiesti -lamentano – è impossibile in una frazione di tempo così ristretta rispetto alla prossima imminente apertura”.

“Avere un’anagrafica completa dei cacciatori – scrivono i cacciatori – è un obiettivo importantissimo e su questo siamo d’accordo, ma questo si raggiunge con i giusti preavvisi, con incontri periodici con le associazioni e concordando un percorso fattibile come ad esempio il popolamento dell’anagrafica durante tutto l’anno e con la fornitura da parte di tutte le associazioni i report dei propri tesserati”.

Le sette associazioni venatorie esprimono poi perplessità circa l’ipotesi di consegna del tesserino venatorio cartaceo esclusivamente presso sedi Afor. E questo perché ci sono poche sedi nei territori. Piuttosto, si propone di avviare un accordo con i Comuni o comunque pensare ad ampliare punti di
consegna oltre alle sedi Afor.

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