Non accenna a placarsi il caso tessere “sospette”, che ha portato alla sospensione di 6 mesi dal Pd del vicepresidente dell’Assemblea Legislativa dell’Umbria Marco Vinicio Guasticchi, e di 8 mesi per il vicesindaco di Montone Roberto Persico, entrambi rei, secondo la commissione provinciale di Garanzia del Partito Democratico di Perugia, di aver portato nuovi iscritti al Pd arietano con modalità non consone alla solita prassi.
Dopo le parole del segretario provinciale del Pd di Perugia Dante Andrea Rossi, che ha provato a smorzare i toni parlando di una “valutazione in itinere” e non ancora ufficiale, la commissione provinciale di Garanzia perugina ha voluto precisare che il provvedimento di sospensione è invece stato “deliberato all’unanimità dai suoi componenti” e, inoltre “è immediatamente esecutivo e non può essere sospeso“.
Oltre a ribadire che “non è mai pervenuta alcuna comunicazione con le controdeduzioni di Guasticchi e Persico, preannunciate nell’audizione del 17 ottobre“, la commissione perugina ha anche voluto precisare che le modalità di iscrizione ordinaria, oppure on-line, al PD sono chiaramente “disciplinate da appositi Regolamenti nei quali non è prevista la modalità posta in essere da Guasticchi e Persico, che si sono procurati tessere in bianco per vie traverse, all’insaputa del segretario del circolo competente, versandone il ricavato al tesoriere provinciale e non già a quello del circolo”
“Sono stanco di questa strumentalizzazione – ha dichiarato il consigliere regionale Guasticchi – Continuo a leggere su stampa e siti online vaghe giustificazioni da parte dei saputelli di turno e di alcuni membri della commissione provinciale di garanzia sui fatti e le modalità che hanno portato alla sospensione mia e di Persico dal PD. Mi auguro che tanta solerzia e tanta rigidità vengano applicate anche alle decine di gravi casi di incompatibilità passate e presenti”.
L’accusa di aver procurato moduli di iscrizione per far aderire al partito persone mai iscritte nel comune di Montone se fosse vera, mi renderebbe orgoglioso di aver seguito la politica del mio segretario nazionale Matteo Renzi, peraltro sempre inclusiva e restia a ‘caminetti’ vari. Per quello che invece riguarda la pubblicità scorretta che a tale ingiusto ed iniquo provvedimento è stata data, essa denota una chiara volontà di ‘punire’ coloro i quali della battaglia di rinnovamento hanno fatto un impegno prioritario
“Sono stato messo alla ‘gogna’ mediatica – conclude Guasticchi – dalla stessa commissione e da organi di stampa vicino ad un area ben definita del PD che spera da sempre di mettermi fuori gioco con tutti i mezzi disponibili. Non ci sono riusciti, forse domani ne inventeranno altre […] Mi rammarico soltanto che tale impegno ed energia i miei compagni di partito dovrebbero profonderli per tutti quegli importanti appuntamenti politico-istituzionali che ci attendono e che richiederebbero ben altri comportamenti”.