“Pericoloso per la sicurezza dello Stato“. Per questo, su decreto firmato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, un giovane di 32 anni, che abitava a Passignano sul Trasimeno ed originario del Marocco, è stato espulso dall’Italia e rimpatriato.
I suoi comportamenti, documentati in lunghe indagini condotte dal Raggruppamento Operativo Speciale (ROS) dei Carabinieri, sono stati appunto ritenuti pericolosi per la sicurezza dello Stato.
“Già condannato a 3 anni e 10 mesi di reclusione per droga, e sottoposto alla misura cautelare per il reato di istigazione a commettere delitti contro la personalità dello Stato con finalità di terrorismo, – viene ricostruito in una nota del ministero dell’Interno – si era schierato su posizioni di esplicita condivisione e aperto sostegno all’organizzazione terroristica internazionale, il cosiddetto Stato Islamico.
Aveva intrapreso un percorso di radicalizzazione di tipo jihadista e manifestato compiacimento per le azioni delittuose dell’Isis. Faceva propaganda, condividendo e diffondendo documentazione, e istigava a commettere atti di terrorismo. Più volte aveva mostrato la volontà di raggiungere la Siria per unirsi alle milizie dell’Isis, invitando altri connazionali a seguirlo”.