Sette giorni di lavoro e una ventina di addetti tra cui montatori, elettricisti, idraulici, falegnami ma anche addetti alle pulizie: è quanto occorre per allestire sul posto una Sae (soluzione abitativa di emergenza), le cosiddette casette per gli sfollati del terremoto. Come anticipato mercoledì pomeriggio da Tuttoggi.info, entro Natale non arriveranno soltanto i primi container collettivi, ma anche un primo gruppo di abitazioni unifamiliari di legno. E difatti ieri sono iniziati i lavori di installazione delle prime, a cura della Cosp tecnoservice di Terni per conto del Cns (consorzio vincitore dell’appalto indetto un paio di anni fa dalla Protezione civile nazionale).
La mappa delle aree per Sae e container
Grande è stato infatti in queste settimane il lavoro dell’Esercito che, lavorando giorno e notte, in contemporanea si è occupato dell’urbanizzazione sia delle aree per i container collettivi (la terza gara della protezione civile nazionale si è conclusa la settimana scorsa) che di quelle per le Sae, come pure per quelle destinate ad ospitare le attività commerciali e professionali. Per questi ultimi, in realtà, molto già si è mosso e vari studi professionali già da qualche giorno hanno a disposizione dei locali prefabbricati.
Tra casette e container, le aree interessate in tutto il territorio comunale di Norcia sono una decina. In particolare, quelle individuate a seguito del terremoto del 30 ottobre sono 8, a cui se ne aggiungono altre nel capoluogo già scelte dopo il 24 agosto. In particolare le prime aree coinvolte sono quelle di viale XX Settembre a Norcia e della frazione di San Pellegrino.
Oltre ai terreni già occupati d’urgenza nei mesi scorsi con apposito decreto del sindaco, se ne sono aggiunti altri a seguito del nuovo provvedimento datato 2 dicembre. In particolare nella zona industriale del capoluogo sono state individuate per l’area che dovrà ospitare circa 60 Sae due lotti di terreno per oltre 33mila mq (proprietà Allegrini e Rotondi). Sempre nella zona industriale, un’altra area di 42mila mq sarà destinata alle attività produttive (proprietà Naticchioni e De Santis). Due anche le aree interessate nella frazione di Frascaro: per le casette di 5.400 mq (proprietà Onori, Orelli, Gregori, Patrizi), per i container di circa 3.600 mq (proprietà Carosi e Patrizi). Stesso discorso per Ancarano – Sant’Angelo: area Sae da 5.800 mq (proprietà Castelli) e per i container 600 mq (proprietà Cequi e Tonti). A San Pellegrino l’area delle casette sarà di circa 5mila mq (proprietà Onori, Severini, Salvatori, Graziosi), mentre per i container di circa 3.200 mq (proprietà Onori e Graziosi). Nel decreto d’urgenza firmato dal primo cittadino sono contenute anche le mappe delle zone interessate. In alcuni casi, però, vengono conteggiati più mq, presumibilmente considerando le aree già oggetto di provvedimenti analoghi nelle passate settimane.
Per ogni casetta servono 7 giorni e 23 persone
Da ieri, quindi, sono iniziati i lavori per l’allestimento delle prime casette. Venti quelle che saranno posizionate inizialmente nel capoluogo, tra via Circonvallazione (all’altezza della chiesa di Sant’Antonio) e viale XX Settembre. Altre 18 sono previste invece per ora nella frazione di San Pellegrino.
Per il montaggio di ognuna sono necessari 7 giorni, ma la consegna (l’assegnazione verrà fatta dalla Protezione civile regionale in base alla graduatoria dei richiedenti dopo il terremoto del 24 agosto) avverrà quando il primo gruppo di Sae sarà completato, entro qualche settimana. Per quanto riguarda chi è fuori casa dal 30 ottobre, invece, bisognerà ancora attendere, anche se i tempi sembrano essere inferiori rispetto ai 7 mesi inizialmente indicati dalla Protezione civile nazionale.
Entro fine mese, comunque, dovrebbero essere disponibili i container collettivi, mentre per gli sfollati rimangono disponibili anche le altre soluzioni già in corso, vale a dire gli alberghi e l’autonoma sistemazione. In questi ultimi giorni sono diverse le famiglie che si sono riavvicinate, raggiungendo strutture in Valnerina o a Spoleto. E molte le attività commerciali e ricettive che si stanno rimettendo in gioco, adottando varie soluzioni, contando sul cambio di scenario della propria clientela che passa, momentaneamente, dal turismo all’indotto della ricostruzione.
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Il Cns, il consorzio nazionale di servizi che ha vinto la gara d’appalto della Prociv nazionale per la fornitura delle casette, ha realizzato un video in cui illustra, giorno per giorno, le attività ed il personale necessari per l’allestimento in loco. In particolare, il primo giorno sono impegnati 3 montatori meccanici per il posizionamento del modulo, l’apertura, la tamponatura e l’assemblaggio della copertura. Il secondo giorno servono 2 idraulici e 2 elettricisti per la predisposizione dei relativi impianti di competenza. Il terzo giorno due montatori meccanici e 2 cartongessisti si occupano del montaggio delle pareti con l’isolamento tecnico ed acustico e la finitura delle pareti perimetrali. Quarto giorno: 2 pavimentisti e 3 cartongessisti si occupano dei pavimenti e delle partizioni interne. Il quinto giorno 2 montatori di infissi e 2 pittori pensano alla posa degli infissi e al completamento delle superfici con pitture e rivestimenti del bagno. Il sesto giorno vede al lavoro 1 idraulico, 1 elettricista, 3 falegnami e 2 addetti alle pulizie per il montaggio del patio, il completamento degli impianti (montaggio sanitari ed accessori, di frutti e lampade) e la pulizia preliminare. Il settimo giorno, infine, è previsto il montaggio degli arredi, la pulizia finale e l’allestimento della dotazione interna, grazie a 2 allestitori, 3 falegnami e 2 addetti alle pulizie. In tutto, quindi, per ogni casetta è necessario l’apporto totale di 2 idraulici, 2 pittori, 2 pavimentisti, 3 falegnami, 2 allestitori, 3 montatori meccanici, 2 elettricisti, 3 cartongessisti, 2 montatori di infissi e 2 addetti alle pulizie.
(Sara Cipriani – Sara Fratepietro)