Terremoto, ministro Martina a Norcia | Aiuti mirati per gli animali | Aggiornamenti - Tuttoggi.info

Terremoto, ministro Martina a Norcia | Aiuti mirati per gli animali | Aggiornamenti

Redazione

Terremoto, ministro Martina a Norcia | Aiuti mirati per gli animali | Aggiornamenti

Vigili del fuoco continuano salvataggio opere d'arte VIDEO | Assessore Cecchini commenta il decreto legge | Ingv spiega le rotture sui monti | In Umbria assistite oltre 5.200 persone in 24 Comuni, navette giornaliere tra alberghi e Norcia e Cascia | Appello di Federalberghi
Ven, 04/11/2016 - 17:54

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Aggiornamento ore 18,36- Il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno ha poco fa comunicato in una intervista televisiva che alla riunione dell’Anci, che si terrà domani proprio sul tema del terremoto e sul decreto Salvo Intese appena licenziato dal Consiglio dei Ministri, verrà annunciato la destinazione di un nuovo modulo abitativo destinato alle scuole che erano al momento rimaste fuori da una sistemazione a breve. Il tutto, come ipotizza Alemanno, entro il 15 di novembre per consentire dunque di riprendere il regolare corso delle lezioni degli studenti di Norcia. Una delle richieste più pressanti fatte dalla popolazione a tutte le autorità passate a Norcia nelle ultime 48 ore. Nei prossimi giorni intanto la Dirigente Scolastica incontrerà i genitori degli studenti per capire quali di questi rientreranno a Norcia per fare lezione. Nuove indiscrezioni sullo stato dello stabile che ospita la Scuola Media di Norcia che sembrerebbe aver riportato seri danni strutturali (si parlerebbe di crolli)  al 3° piano.


Il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina ha visitato oggi la postazione del Corpo forestale dello Stato di Norcia approntata dopo il terremoto, verificando la situazione degli allevamenti della zona. Il ministro ha visitato due stalle e si è recato poi stabilimento della Grifo Latte (che lavora regolarmente) e si è intrattenuto con allevatori e agricoltori della zona.

La situazione relativa agli allevamenti in particolar modo è particolarmente critica e grande è l’operato della Forestale, alle prese con varie situazioni di emergenza. Ad esempio c’è ancora un’azienda che ha degli ovini morti schiacciati sotto le macerie di una stalla che tra l’altro ha il tetto di eternit frantumato e che dovrà essere bonificato urgentemente. Molti allevatori poi necessitano di medicinali veterinari oltre che di punti di ricovero per gli animali. Il personale della Forestale sta quindi raccogliendo le richieste da parte delle aziende locali per fornire  i materiali necessari. Ma oltre al sostegno alla zootecnia, sta anche fornendo assistenza alla popolazione, sempre sul fronte dei medicinali, con la distribuzione quotidiana nel territorio comunale.

Continua, intanto, l’attività dei vigili del fuoco per la messa in sicurezza del territorio e la salvaguardia delle opere d’arte, insieme alla Soprintendenza. Nella giornata di ieri nei comuni del Centro Italia interessati, sono stati effettuati 3.868 interventi: 2.731 sopralluoghi, 917 attività di recupero beni. Tra le attività più delicate la messa in sicurezza della pala di Jacopo Siculo nella chiesa di San Francesco. Nelle ultime ore sono state recuperate importanti opere lignee ed in pietra presenti nei musei di Norcia. Recuperata anche la reliquia di San Benedetto.

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Le misure per l’agricoltura

Ad accompagnare il ministro a Norcia c’era l’assessore regionale all’agricoltura Fernanda Cecchini, che ha commentato: “Il decreto approvato oggi dal Consiglio dei Ministri (qui l’articolo con le anticipazioni) ci consente di intervenire in tempi più rapidi e in maniera efficace, con risorse e procedure semplificate, per superare la grave emergenza di questi ultimi giorni, mettendo al sicuro agricoltori e allevatori e i capi di bestiame rimasti senza un tetto e riprendere al più presto l’attività produttiva. Ringraziamo il Governo e in particolare il ministro Martina anche per esser stato oggi a Norcia – dice l’assessore – Nel decreto sono state infatti accolte le nostre proposte e rafforzato le azioni per dare risposte alle immediate necessità e assicurare un futuro alle produzioni agricole e agroalimentari dei nostri territori, parte fondamentale dell’economia di questa parte dell’Italia centrale colpita dal sisma e dell’economia nazionale”. Tra gli interventi urgenti previsti dal decreto c’è “la semplificazione delle procedure per la fornitura da parte delle Regioni dei servizi essenziali per la continuità produttiva del comparto agricolo e zootecnico che ci consentirà – spiega l’assessore – di incrementare la quantità delle forniture di stalle temporanee e moduli abitativi prevista dalle gare già fatte rispettivamente dalla Regione Lazio e dalla Regione Umbria dopo il sisma del 24 agosto, senza ulteriori gare se non necessarie, in modo da risparmiare tempo prezioso e far arrivare quanto prima sia le strutture per il riparo delle persone sia per il bestiame”.

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Insieme al rafforzamento delle possibilità di interventi da parte delle Regioni in fase di emergenza – aggiunge – è di grande importanza la possibilità da parte dei privati di procedere a piccoli interventi in particolare per la messa in sicurezza del patrimonio zootecnico e la ripresa delle attività”. “Altrettanto importante è il capitolo delle risorse – prosegue l’assessore Cecchini – È stato portato a quasi 11 milioni di euro lo stanziamento per gli allevatori colpiti dal terremoto e per l’accesso ai finanziamenti è prevista una procedura semplificata. Per ogni capo bovino, ad esempio, è previsto un aiuto di circa 400 euro; nel caso di un’azienda con 20 animali, il sostegno al mancato reddito sarà così di circa 8mila euro. Ci saranno aiuti mirati per ovini e caprini”. “Sono state poi rafforzate, con un cospicuo aumento, le risorse per il piano di rilancio del settore agricolo e agroalimentare delle zone colpite, che passano da 221 a 340 milioni di euro: un pacchetto di misure – rileva – che ci traghetteranno fuori dall’emergenza e ci metteranno nelle condizioni di garantire la continuità produttiva e ripartire”. Intanto nelle zone colpite sono già stati fatti i primi interventi per la messa in sicurezza dei capi di bestiame e in giornata si completeranno le prime rilevazioni sulla situazione delle aziende agricole e zootecniche danneggiate dopo la scossa del 30 ottobre.

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Opposizione pronta a collaborare

Siamo pronti a collaborare con le Istituzioni e mantenere alta l’attenzione per dare il prima possibile risposte alle comunità colpite dal sisma. La macchina degli aiuti è attiva e ringraziamo tutti coloro che si stanno prodigando, dalla protezione civile ai vigili del fuoco, alle forze dell’ordine regionali, da Federalberghi al volontariato, per affrontare la nuova e gravissima emergenza”. E’ il messaggio ribadito dai parlamentari umbri del M5S presenti stamani, 4 novembre, alla riunione convocata alle ore 9 presso il Centro di Protezione civile regionale di Foligno.

La Regione Umbria – affermano i parlamentari umbri del M5S – ha condiviso una prima ricognizione delle necessità emerse dopo il terribile sisma di magnitudo 6.5 e le prime scelte adottate. Ad ora, in Umbria l’assistenza riguarda 5mila persone. I problemi maggiori riguardano le procedure di verifica degli edifici passate dopo le ultime scosse da 70mila a 200mila nelle tre regioni colpite, riguardano la viabilità e il ripristino dei servizi pubblici, in particolare quelli scolastici. Basti solo pensare che a Norcia gli studenti sfollati sono quasi triplicati e potranno riprendere le lezioni a turnazione dal 14 novembre presso moduli prefabbricati. E ancora, sempre dal punto di vista didattico, c’è da affrontare il problema degli studenti pendolari, iscritti nelle scuole di Comuni diversi da quello di residenza colpiti dal sisma, per i quali al problema sicurezza degli edifici si somma quello della viabilità seriamente compromessa in alcune zone. Il nuovo decreto approvato dal consiglio dei ministri con la formula ‘salvo intese’ significa che il testo si sta ancora limando nei dettagli. Auspichiamo come M5S che oltre all’ampliamento della platea dei comuni colpiti dal terremoto, alle norme per lo snellimento delle procedure di verifica e di ripristino legate a piccoli danneggiamenti, alle misure nell’ambito della scuola, patrimonio artistico e tessuto produttivo, il decreto affronti subito il problema delle infrastrutture in modo da velocizzare le opere di ripristino, sostenga in tempi rapidissimi il reddito di agricoltori ed allevatori che rappresentano il presidio del territorio, istituisca un fondo per il danno indiretto come già successo in passato in modo da garantire il reddito a commercianti, operatori del turismo, messi in ginocchio dal sisma”.

L’Ingv spiega i “gradini” sui monti

La sequenza sismica continua con un numero complessivo di scosse pari a oltre 22.700 dal 24 agosto. Alle ore 10:00 di oggi, 4 novembre, sono circa 649 i terremoti di magnitudo compresa tra 3 e 4, 41 quelli di magnitudo compresa tra 4 e 5 e 5 quelli di magnitudo maggiore o uguale a 5 localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV. Dopo l’evento del 30 ottobre, alle 07:40 ora italiana di magnitudo M 6.5 sono stati localizzati complessivamente oltre 2700 eventi sismici. Alle ore 10:00 di oggi, 4 novembre, sono circa 303 i terremoti di magnitudo compresa tra 3 e 4 e 20 quelli di magnitudo compresa tra 4 e 5 localizzati dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV. I terremoti più forti dall’ultimo aggiornamento (03 novembre, ore 09:00 italiane) sono stati localizzati in provincia di Rieti, magnitudo 3.7 alle ore 14:10, e in provincia di Perugia, magnitudo 3.7 alle ore 21:32. L’Ingv sta analizzando in questi giorni anche le modifiche al territorio prodotte dal terremoto del 30 ottobre di 6.5 gradi a Norcia.

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Vista del versante occidentale del monte Vettore dove si notano due scarpate di faglia cosismiche prodotte dall’evento del 30 ottobre

“Il terremoto del 30 ottobre in Italia Centrale ha prodotto almeno 15 km di scarpata di faglia tra gli abitati di Arquata del Tronto e Ussita, in corrispondenza della intersezione del piano di faglia responsabile del terremoto e la superficie topografica. Questo spostamento cosismico (causato cioè dal sisma) – spiegano dall’Ingv –  è comune per terremoti con magnitudo prossima o superiore a 6 e rappresenta la prosecuzione verso la superficie della rottura e dello scorrimento avvenuto sulla faglia in profondità. Già dopo il terremoto del 24 agosto erano state osservate delle scarpate sul fianco del monte Vettore, ma erano ben più limitate, così come quelle segnalate più a nord che si estendono fino a Cupi e causate dal terremoto del 26 ottobre. Le scarpate di faglia del 30 ottobre sono molto evidenti e appaiono come un gradino nella topografia di entità variabile tra 20 e 70 cm, la loro localizzazione lungo la faglia geologica, unitamente alla loro geometria ed entità della deformazione sono del tutto consistenti con il movimento avvenuto in profondità che ha raggiunto picchi superiori a 2 metri che hanno prodotto il ribassamento del settore occidentale rispetto a quello orientale. Ribassamenti simili sono stati misurati anche elaborando i dati satellitari e tutte insieme queste osservazioni, effettuate sulla superficie terrestre, ci consentono di comprendere cosa è avvenuto in profondità e quindi di caratterizzare il terremoto e la sua faglia sismogenetica.

Le rotture cosismiche non sono localizzate in modo casuale. Queste avvengono in corrispondenza di faglie geologiche attive che, nel caso di questa sequenza, formano il sistema Vettore-Porche-Bove già noto ai geologi italiani. Infatti i grandi terremoti rompono ripetutamente le stesse faglie e quelle estensionali provocano il ribassamento e il relativo sollevamento delle due porzioni di crosta separate dalla faglia. Il ripetersi di terremoti successivi lungo le stesse faglie porta all’accumularsi delle deformazioni di ciascun terremoto che è alla base della crescita delle montagne e dell’ampliamento dei bacini (es. Mt. Vettore-Piana di Castelluccio). Il terremoto è quindi una delle forze guida principali dell’evoluzione del paesaggio di questo bellissimo settore dell’Appennino centrale. Anche durante il terremoto del 23 novembre in Irpinia si erano prodotte scarpate di faglia per circa 40 km tra Lioni e Sant’Angelo dei Lombardi, con scarpate alte fino a 120 cm”.

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Assistenza alla popolazione

Sono quasi 30mila le persone assistite dal Servizio Nazionale della Protezione Civile in seguito alle forti scosse di terremoto che hanno colpito il territorio dell’Italia centrale il 24 agosto, il 26 ottobre e il 30 ottobre. In particolare, sono oltre 20.600 le persone assistite nell’ambito del proprio comune: di queste, più di 18.500 in palazzetti, centri polivalenti e strutture allestite ad hoc, mentre oltre 2mila trovano alloggio in strutture ricettive messe a disposizione sul territorio. Sono, poi, circa 8.500 le persone accolte presso le strutture alberghiere lungo la costa adriatica e sul lago Trasimeno, mentre circa 650 persone fra Lazio, Marche e Umbria sono assistite in tenda.

Secondo quanto riferisce la Regione Umbria, ad oggi risultano assistite in Umbria 5.250 persone (compresi gli allevatori) in un totale di 24 comuni, tra i quali anche Foligno e Spoleto. Il dato aggiornato è fornito dal Servizio regionale di Protezione Civile. Le persone che hanno trovato assistenza in alberghi ubicati fuori dall’area epicentrale sono 1002; in 3469 sono alloggiati in strutture comunali e in strutture comunali ricettive locali, 769 in tenda.    Sono state attivate navette quotidiane per Cascia e Norcia da tutti gli alberghi dove sono ospitate le persone provenienti dalle zone terremotate. È in via di attivazione un sistema di informazione diretta su tutte le procedure relative al dopo sisma che raggiungerà sia i cittadini che sono rimasti nelle zone di residenza sia quelli che hanno trovato collocazione in un altro luogo.

L’appello di Federalberghi Umbria

Da domenica 30 ottobre, l’Umbria turistica è di nuovo in emergenza: tutta la regione, e non solo le aree colpite direttamente dal terremoto. Federalberghi Umbria Confcommercio sta effettuando una ricognizione tra tutte le strutture ricettive associate per valutare l’andamento delle prenotazioni nei mesi di novembre e dicembre, e i primi dati che emergono sono piuttosto allarmanti. “Se questi primi dati fossero confermati nei prossimi giorni – commenta Giorgio Mencaroni, presidente Federalberghi Umbria e Confcommercio – si aprirebbero scenari davvero allarmanti, che dobbiamo assolutamente scongiurare. Rivolgiamo perciò un appello agli “amici dell’Umbria”, alla stampa, agli opinion leader, perché tutti insieme si faccia un racconto della nostra regione per quella che realmente è. Nell’immaginario collettivo sembra che tutta l’Umbria sia terremotata, ma questo non è vero. E’ vero, invece, che tutta l’Umbria ora sta soffrendo enormemente, e ci sono imprese che potrebbero non resistere a lungo, se questa situazione dovesse persistere. Queste imprese, tra l’altro, hanno bisogno che sia alleggerito il costo dei collaboratori, in modo di poter continuare a lavorare e tentare di recuperare le fette di mercato perdute. Tutti, non c’è dubbio, vogliono ripartire al più presto, per sostenere anche la ricostruzione e la ripresa della nostra Valnerina”.

Federalberghi, assieme a Confcommercio Umbria, ha già inviato una serie di richieste alla Regione, per soccorrere le imprese: la creazione di una NO TAX AREA per le zone più colpite dal terremoto, almeno per i prossimi tre anni. Il taglio del 50% su imposte, tasse, tributi e contributi – sia nazionali che regionali e comunali – per le imprese del commercio e del turismo di tutta l’Umbria, almeno fino al 31 dicembre del prossimo anno, assieme ad altre misure speciali: sospensione dei pagamenti e dei mutui; cassa integrazione in deroga per tutti, compresi gli stessi imprenditori e i collaboratori familiari; riconoscimento del “danno indiretto” da terremoto, così come avvenuto per il sisma del 1997 in tutta la regione.

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