Ricostruzione, recupero e assistenza per gli sfollati del terremoto del 24 agosto, che non saranno comunque più di 500 in Umbria. Queste le parole d’ordine di cui si è discusso questa mattina in consiglio regionale a Palazzo Cesaroni, convocato a seguito della conferenza dei capigruppo e del gruppo del Pd proprio sul tema del sisma in centro Italia, che ha colpito quattro regioni, tra cui appunto anche l’Umbria.
Alla fine il voto per il ‘sì’ unanime sulle misure per il terremoto e la ricostruzione, da parte di tutti i gruppi consiliari eccetto i Cinquestelle che si sono astenuti, è arrivato in tarda mattinata. Nello specifico la proposta prevede, tra le altre misure di: mettere a leva le indicazioni dettate dal progetto “Casa Italia” che sta ultimando il Governo; per superare e semplificare la burocrazia, si fissa un ipotetico tetto massimo di 50mila euro per gli interventi contenuti; istituire il fascicolo dei fabbricati per tutti gli edifici pubblici e per quelli privati ad uso pubblico e tutto il patrimonio privato situato in zone sismiche; nel prossimo bilancio assegnare all’attività di prevenzione del rischio sismico un budget annuale pari ad almeno l’1% del bilancio regionale; estendere la misura dell’Art bonus prevista dal Governo esclusivamente per i beni pubblici anche per i beni privati di interesse culturale, in particolare a quelli ecclesiastici, situate nelle zone colpite dal sisma; per tutte le altre imprese che hanno subito danni si potrebbero attivare strumenti a parziale compensazione del mancato guadagno.
La seduta si è aperta con un minuto di silenzio, proposto dalla presidente Donatella Porzi. Poi la presidente Marini, che questo pomeriggio è a Roma per discutere a Palazzo Chigi proprio delle misure post sisma, ha informato i consiglieri sugli effetti del terremoto nel territorio umbro e sulle iniziative messe in campo per sostenere le popolazioni colpite. Intanto la terra continua a tremare: oggi, 13 settembre, è stata registrata una nuova scossa di magnitudo 3.4 a Cittareale, in provincia di Rieti.
I danni in Umbria, si ricorderà si sono registrati soprattutto a Norcia, Preci, Cascia e Monteleone di Spoleto e causato oltre mille sfollati temporanei. La presidente ha sottolineato che le tende verranno superate, come già accaduto ieri a Castelluccio di Norcia, puntando su strutture ricettive, autonoma sistemazione e moduli abitativi mentre “la ricostruzione dovrà essere improntata a trasparenza delle imprese e degli studi coinvolti e qualità degli interventi“. Il sisma ha colpito zone con densità demografica bassa, ma, oltre alla situazione che riguarda i civili, la Regione Umbria, con il Governo, provvederà anche ad aiutare e intervenire sul patrimonio storico e artistico e per il tessuto turistico ed economico. In particolare, il patrimonio storico artistico dell’Umbria è stato colpito in modo importante, con l’Abbazia di S.Eutizio, Duomo e mura di Norcia, porta di accesso a Norcia. Intanto le verifiche sugli altri edifici sono già iniziate.
“Un terremoto – ha detto Marini riferendo all’Assemblea legislativa – che ha colpito quattro regioni, tra cui l’Umbria. Oltre a Norcia, Preci, Cascia e Monteleone di Spoleto, anche altri comuni hanno subito dei danni. Gli sfollati temporanei, in attesa delle verifiche della protezioni civile sulla agibilità degli edifici, sono 1069. I campi di tende verranno superati prima possibile e i circa 500 sfollati che stimiamo di dover supportare andranno in strutture ricettive, ricorreranno all’autonoma sistemazione o saranno ospitati nei moduli abitativi. Finita la fase della prima emergenza si passerà a quella della ricostruzione, che terrà conto anche delle seconde case e dovrà essere improntata a trasparenza delle imprese e degli studi coinvolti e qualità degli interventi”.
La fase dell’emergenza continua, e terminerà solo quando le persone potranno rientrare nelle loro case. “Il sistema di Protezione civile nazionale e regionale ha funzionato molto bene“, ha detto Marini. “La stessa mattina del sisma, poco dopo l’individuazione dell’epicentro del sisma, la Protezione civile umbra è stata autosufficiente per non gravare sul sistema nazionale dell’emergenza, già pesantemente impegnato nel Lazio. C’è stata una collaborazione costante fin dalle prime ore tra sistema statale (prefettura, vigili del fuoco, forze dell’ordine) e sistema regionale di protezione civile (sindaci e strutture regionali). I volontari di cui abbiamo usufruito solo in parte (sono circa 3200 in Umbria) e che stanno prestando aiuto anche alle città del Lazio. Le associazioni di volontariato si sono dimostrate preziose nella formazione per affrontare le emergenze, mentre i Comuni hanno realizzato aree di protezione civile che oggi sono preziose per gestire l’insediamento dei primi campi per ospitare i moduli abitativi. Tutto questo ha permesso di assistere la popolazione fin dalle prime fasi. Abbiamo sottoscritto un protocollo per la gestione della Protezione civile, questo ha permesso di attivare da subito il centro di protezione civile di Foligno con una modalità unitaria e condivisa insieme alla Prefettura, evitando ritardi burocratici e intervenendo in modo efficace“.
Intanto anche il Consiglio dei ministri ha stanziato le risorse immediate per la gestione immediata dell’emergenza e ha scelto la modalità organizzativa basata sull’assistenza alla popolazione, messa in sicurezza degli edifici e al sostegno delle attività economiche colpite dal sisma. “C’è poi una modalità nuova della gestione della fase emergenziale, con la nomina di un unico commissario per la ricostruzione che, affiancato dalle Regioni sta coordinando la ricostruzione. Il Governo dovrà definire un provvedimento quadro che delineerà le strategie di intervento per la messa in sicurezza dei centri urbani e del patrimonio artistico. Questi atti saranno concertati con le Regioni e la nostra esperienza verrà tenuta in considerazione“.
Le tende sono limitate ai primi giorni del post-sisma, dato che è già previsto di puntare sulla autonoma sistemazione. Il sostegno finanziario in affitto presso altre abitazioni sarà di 600 euro mensili, innalzabili nel caso in cui siano presenti disabili nei nuclei familiari, e su moduli abitabili provvisori in attesa della ricostruzione. “A Norcia ci saranno due campi con moduli abitativi. Nella fase transitoria la popolazione verrà ricollocata in strutture ricettive e altre sistemazioni. A Castelluccio di Norcia sono state già smontate le tende e verranno usate le strutture già agibili. Per gli agricoltori che hanno allevamenti sono previsti moduli abitativi a ridosso dell’abitazione, per dare continuità al lavoro e agli allevamenti”.
Proprio sull’economia della zona e sul turismo la presidente Marini si è soffermata ulteriormente per fare il punto: non ci sono infatti stati grandi danni ad allevamenti, salumifici o altre aziende del settore. Il turismo ha invece sofferto di una certa battuta d’arresto: “questo aldilà di quanto scritto dai mass media. Perché, ad esempio, un turista proveniente dagli Stati Uniti, potrebbe non conoscere bene la distanza tra una zona colpita dal terremoto e il resto del territorio umbro“.
La ricostruzione post ’79 e ’97 – “In Umbria – ha continuato la presidente Marini – non ci sono stati ferite e vittime perché c’è stata un’opera dell’uomo positivamente messa in atto nel corso degli anni. Dal sisma del 1979 ad oggi sono state fatte cose importanti con una ricostruzione accurata e integrata, e con la messa in sicurezza di centri abitati e patrimonio storico. Il patrimonio edilizio scolastico così come quello ospedaliero è stato oggetto di ristrutturazioni anche dal punto di vista sismico. La nostra ricostruzione è andata oltre, prevedendo, già nel 1980, norme specifiche per le costruzioni in area sismica. In pratica Comuni umbri (91 su 92) hanno la micro-zonizzazione sismica, significa che da quasi 15 anni i Piani regolatori devono tenerne conto. A Norcia abbiamo una sola scuola lesionata e gli studenti saranno ospitati in un modulo scolastico temporaneo. Si tratta comunque di un edificio lesionato ma che non avrebbe prodotto danni ad eventuali studenti presenti al momento del sisma. Le strutture hanno dunque retto, in una sorta di collaudo estremo, alle scosse del sisma, una delle quali ha avuto epicentro proprio sotto Norcia”.
Sono stati inoltre sospesi i pagamenti di bollette, tasse e imposte. “Presenteremo delle proposte già oggi al Tavolo nazionale convocato a Palazzo Chigi. Una parte dei provvedimenti riguarderà il sistema degli ammortizzatori sociali, che riguarderanno l’intera regione, dato che gli effetti negativi sul turismo riguarderanno l’intera Umbria. Le Assemblee legislative, coordinate tra loro, dovranno occuparsi dei provvedimenti attuativi, che dovranno essere omogenei, ma tenere conto anche delle rispettive specificità. Sul patrimonio storico–artistico, l’esperienza positiva dell’Umbria con la legge regionale 32 sui beni culturali andrà tenuta presente. Nei prossimi giorni incontreremo la parte delle imprese e dei tecnici che saranno coinvolti nel sistema della ricostruzione. Nel 1997 facemmo scuola con il Durc. L’Emilia ha fatto scuola con le ‘white list’ delle imprese anche per la ricostruzione privata. Oggi dovremo puntare su trasparenza e qualità delle imprese coinvolte, sia per gli interventi pubblici che per quelli privati. Dovranno esserci anche dei limiti, evitando che studi professionali si accaparrino tutti i lavori, a discapito della qualità degli interventi”.
Il sistema nazionale della Protezione civile ha aperto un conto corrente nazionale su cui sono arrivati oltre 14 milioni di euro di donazioni. Queste risorse verranno ripartite alle quattro regioni per l’attuazione sia della ricostruzione sia per la gestione dell’emergenza. “Anche nel conto corrente regionale ci sono state donazioni, siamo a circa 60mila euro con cui potremo contribuire ad interventi legati alla fase della ricostruzione, visto che la fase dell’emergenza la stiamo gestendo con le risorse pubbliche”.
Intanto si è conclusa la fase relativa alla verifica di agibilità sugli edifici di Ater Umbria a Norcia. Dei dieci edifici danneggiati dal sisma del 24 agosto scorso, i primi quattro saranno di nuovo agibili nei prossimi quindici giorni. La notizia è stata comunicata alle famiglie nel corso di un’assemblea alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il Presidente di Ater Umbria, Alessandro Almadori, il Direttore Luca Federici, il Sindaco di Norcia Nicola Alemanno accompagnato da alcuni membri della sua Giunta. Erano presenti tutte le famiglie che, immediatamente dopo il sisma, sono stata costrette a soluzioni alternative. Complessivamente le famiglie interessate dall’emergenza sono 35 sulle circa 70 residenti a Norcia. 10 di loro rientreranno nelle loro case al massimo tra due settimane. Entro natale il 90% degli inquilini di Ater Umbria tornerà nelle proprie abitazioni. Ci sono alcune criticità per nove famiglie, per le quali i tempi si allungheranno di più, ma è stato deciso di evitare il trasferimento nei moduli abitativi, e, in sinergia con l’Amministrazione comunale e con i cittadini stessi, di mettere a disposizione 10 appartamenti in una nuova palazzina che è in fase di conclusione nella zona di vocabolo Case Sparse.
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