Aggiornamento ore 19.10 – L’atto è stato votato alle ore 19.08, dopo un acceso dibattito in aula tra opposizione e maggioranza, con 19 voti favorevoli e 12 contrari (Bencivenga e Ricci non hanno votato) ed è stato dichiarato immediatamente eseguibile.
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Ecco la ricetta di Vittorio Piacenti D’Ubaldi, assessore al Bilancio, per risanare il rosso di 11 milioni di euro del Comune di Terni, un piano strutturato in 5 anni per gli 8 milioni fuori bilancio e 3 di disavanzo per l’anno corrente. Da domani dovranno poi essere ufficializzati i debiti fuori bilancio da parte di tutti gli uffici tecnici del Comune e le cifre potrebbero comunque variare.
Tecnicamente si parla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, nei fatti si tratta di un piano di rientro economico che il Comune ha intenzione di mettere in atto con 4 punti fondamentali:
1. Verranno ceduti gli asset che non sono più essenziali per il Comune, così come beni materiali.
2. Ridefinire i servizi, dicendo anche dei ‘no’.3. Diminuizione del debito che è uno dei fardelli che più pesano sulla struttura finanziaria dell’Ente.
4. Riorganizzazione dell’organizzazione amministrativa dell’Ente, eliminando le disfunzioni che si sono verificate.
Nella giornata di oggi verrà votata soltanto l’opportunità di ricorrere alla procedura, non l’atto della procedura. Più semplicemente: se oggi verrà votato ‘sì’ per la procedura, verrà elaborato un dettagliato documento finanziario dell’Ente che dovrà essere valutato dalla Corte dei Conti che, entro 90 giorni, avrà la facoltà di accogliere o meno il piano del Comune. Qualora il massimo organo contabile dello Stato dovesse ritenere non convincenti i conti, si avrebbe il dissesto.
Vittorio Piacenti D’Ubaldi ha presentato il documento in aula chiedendo uno sforzo a tutta la città: “Sono profondamente convinto l’atto di cui il consiglio si accinge a discutere sia una sfida politica di questa amministrazione, impegnativa e piena di sfide, su cui si dovranno cimentare Giunta, il Consiglio e le forze vive della città.
I debiti hanno ragioni profonde e lontane, con vicende recenti che non possono essere taciuti, gli elementi di criticità sono l’elevato indebitamento, le partecipate, la struttura dei servizi complessivi dell’ente che erano stati definiti in un quadro antico che oggi deve accogliere la sfida della nuova compatibilità imposta dal nuovo legislatore rispetto a vincoli anche di natura europea che condivido in pieno.
Ci vuole un cambio culturale,
non tutto può essere finanziato con la spesa, ma ogni comunità deve misurarsi con le risorse che deve chiedere ai cittadini e la spesa per la comunità stessa. Non è solo un problema di Terni, la crisi degli enti locali è una crisi di sistema e anche il Parlamento se ne è reso conto e nella Legge di Stabilità saranno inseriti dei fondi che consentiranno agli enti per risollevarsi un po’.
In una recente inchiesta è emerso che, a giugno 2016, 84 comuni in Italia sono in dissesto, 146 sono in procedura di riequilibrio finanziario”.
Tagli dal Governo – “Tagli per 8,6 miliardi dal 2010 al 2014 – continua D’Ubaldi –
per Terni 37 milioni di tagli dal 2008 al 2015,
la spallata definitiva, ma positiva, è avvenuta nel 2015 col bilancio di cassa, cioè quello che si può spendere è quello che si incassa.
Il momento di presentare il piano è adesso – “è stato un lavoro di verifica complessiva e degli effetti che le nuove regole contabili impongono al Comune. Il piano pluriennale di risanamento – conclude D’Ubaldi – è l’unico strumento che può essere messo in campo come atto di trasparenza e di generosità nei confronti della città. Siamo consapevoli che alla fine del lavoro consegneremo una città risanata. Sarà un lavoro durissimo, lo dico a tutti; dovrà essere messo in campo uno sforzo molto impegnativo con il confronto aperto su tutti i campi”.