Due dei 6 arrestati nell’ambito dell’operazione della Procura di Terni, che ha portato allo smantellamento di una presunta “associazione a delinquere” – come è stata definita dal procuratore capo di Terni, Alberto Liguori, che avrebbe sfruttato il dolore di persone affette da malattie neurodegenerative per ricavare guadagni “illeciti”, sono stati ascoltati questa mattina nel carcere di Vocabolo Sabbione dal Gip, Simona Tordelli, per l’interrogatorio di garanzia.
Il dottor Pierluigi Proietti, medico legale del centro estetico che secondo gli inquirenti sarebbe stato trasformato nella finta clinica, e l’ingegnere biomedico Edoardo Romani, che aveva il compito di gestire il sito attraverso il quale veniva pubblicizzato il protocollo “Seven to Stand”, sono stati ascoltati per circa due ore dal giudice le indagini preliminari alla presenza del proprio legale difensore, l’avvocato Marco Gabriele.
“Ho chiesto l’attenuazione della misura cautelare per i nostri assistiti – conferma l’avvocato Marco Gabriele a Tuttoggi – dalla reclusione in carcere a un regime di arresti domiciliari. Per quanto ci riguarda non c’è pericolo di fuga, tanto più che uno dei miei assistiti, il dottor Proietti è affetto da una grave malattia; non c’è pericolo di reiterazione del reato né di inquinamento probatorio, visto che l’attività è stata sospesa e sigillata dagli inquirenti”.
Soltanto il dottor Proietti ha deciso di rispondere alle domande del Gip, chiarendo alcuni aspetti del suo ruolo e delle sue mansioni nella struttura sigillata dalla Squadra Mobile di Terni. L’ingegnere biomedico Romani, invece, ha deciso di non rispondere alle domande del giudice e di produrre un memoriale difensivo scritto che verrà depositato nei prossimi giorni.