Terni, "Mi hai succhiato anche l'anima" il 'testamento' di un uomo di Spoleto che si è tolto la vita - Tuttoggi.info

Terni, “Mi hai succhiato anche l'anima” il 'testamento' di un uomo di Spoleto che si è tolto la vita

Redazione

Terni, “Mi hai succhiato anche l'anima” il 'testamento' di un uomo di Spoleto che si è tolto la vita

Ven, 31/05/2013 - 14:46

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Luca Biribanti

Si era tolto la vita lo scorso 5 marzo gettandosi nel vuoto dal viadotto di Via Trevi, nei pressi dello svincolo Terni Est. Un uomo di 62 anni, originario di Spoleto, era stato trovato privo di vita sulle rotaie della ferrovia che transita sotto il viadotto; alcuni automobilisti che passavano lungo la strada attigua avevano visto lasciare la sua auto sul ciglio della carreggiata e poi lanciarsi nel vuoto. Subito era scattato l'allarme al 113 e la Volante era prontamente giunta sul posto per indagare su quanto accaduto. All'interno dell'auto dell'uomo gli inquirenti hanno trovato alcuni fogli che l'uomo aveva lasciato come 'testamento'. Un biglietto di scuse ai famigliari, e un foglio in cui aveva annotato 4 nomi accanto ai quali aveva scritto 'traditore'. In particolare uno di questi nomi era accompagnato da una frase drammatica “mi hai succhiato anche l'anima”.
L'attenzione degli agenti si è rivolta subito verso il nome indicato, un 49enne ternano, socio in affari che, dopo accurate indagini, è stato denunciato per istigazione al suicidio e falsità materiale in atti privati.
I poliziotti hanno accertato che Il 'socio' si comportava in modo persecutorio nei confronti della vittima, vessandolo, controllando ogni sua azione ed emarginandolo dal lavoro.

Lo stato di agitazione psicologica del 62enne era già presente nel 2005, quando aveva cercato una prima volta di suicidarsi. Una volta ripresosi, aveva deciso di rompere il rapporto d'affari con il socio e di continuare il suo lavoro con un'altra società formata da 4 persone. Nonostante questo cambiamento, l'uomo non era riuscito a liberarsi dal socio che per chiudere la precedente attività in comune non voleva incontrare l'uomo e lo ostacolava nella sua nuova impresa.
Per avere ancora più peso psicologico sulla vittima, il 49enne aveva creato un'agenzia di affari che collaborava con quella del 62enne. Come amministratore era stata nominata la moglie del ternano che, come accertato dagli agenti della 2° sezione, non aveva effettivamente mai preso parte alle attività societarie e che i documenti venivano firmati dal marito.
© Riproduzione riservata

(articolo modificato alle 17.38)

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