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Terni, Meloni a tutto campo su omicidio Raggi, razzismo, crocifisso e i radical chic di sinistra

Redazione

Terni, Meloni a tutto campo su omicidio Raggi, razzismo, crocifisso e i radical chic di sinistra

La presidente nazionale di FdI e An non risparmia stoccate al governo Renzi "Ipocrita e falsamente buonista"
Mar, 24/03/2015 - 19:38

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di Giulia Argenti

È in una Terni ancora sotto choc per il brutale omicidio del giovane David Raggi che la numero uno di Fdl-An, Giorgia Meloni, ha tenuto questo pomeriggio alle 15.30, presso la sala consiliare di Palazzo Spada, una conferenza stampa incentrata sui temi della sicurezza e dell’immigrazione clandestina. Presenti all’incontro anche il consigliere regionale Alfredo Sio, Emanuele Prisco e Claudio Ricci, che proprio con il simbolo di Fi-An (presentato martedì mattina a Perugia insieme a Giorgia Meloni) concorrerà come candidato del centrodestra alle prossime elezioni regionali.

Introducendo l’intervento della presidente nazionale di FdI-AN, Prisco, Sio e Ricci, sono stati concordi nell’affermare che il tragico fatto di sangue che ha recentemente scosso la città di Terni e l’intero Paese, costituisca la rappresentazione paradigmatica dell’inadeguatezza delle leggi sull’immigrazione clandestina in Italia. “È ormai chiara la necessità di liberare la Regione Umbria dalle pastoie di un’egemonia culturale falsamente buonista che ha creato a livello territoriale una situazione estremamente drammatica” ha dichiarato Sio. Secondo Ricci, l’omicidio Raggi rappresenterebbe solo la punta dell’iceberg di un preoccupante panorama venutosi a creare in una regione che per più di quarantacinque anni sarebbe stata privata dell’alternanza politica, precondizione fondamentale per garantire la democrazia, di qui la necessità di proporre un centrodestra forte, in grado di vincere e di costituire una “valida alternativa” al governo Marini-Lorenzetti che si sarebbe, per dirlo con le parole di Prisco “ormai arrovellato su se stesso”.

“Il tragico omicidio del giovane Raggi ci porta necessariamente a porci delle domande e a constatare che, evidentemente, qualcosa non ha funzionato nelle politiche di sicurezza” ha detto in apertura del suo intervento l’On. Meloni. “Il primo elemento che dobbiamo tenere in considerazione è il fatto che ormai in Italia non c’è più la certezza della pena. Siamo arrivati al punto che per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario, adeguiamo il codice penale alla capienza delle carceri” ha continuato Meloni. Durissima la stoccata lanciata dalla presidente FdI-AN al Governo Renzi e ai precedenti Letta e Monti che proponendo in materia di immigrazione politiche di accoglienza “ipocrite, falsamente buoniste e soprattutto non supportate dalle risorse necessarie” in materia di immigrazione, avrebbero creato nel Paese una situazione che danneggerebbe tanto gli italiani quanto gli immigrati. “Accogliamo in Italia persone che poi non possiamo mantenere e che finiscono a pulire i vetri o a vagabondare per le nostre città, generando degrado e danneggiando soprattutto le fasce più deboli” emblematico secondo Meloni il caso di Tor Sapienza, in cui l’immigrazione incontrollata “tanto cara alla sinistra radical-chic” avrebbe creato una situazione di vera e propria esasperazione. Di qui, secondo l’On. Meloni, la necessità di rivedere le politiche italiane ed europee in materia di immigrazione. Chiaro il programma di FdI-AN in proposito, “prima di tutto, bisognerebbe assumere a livello europeo la consapevolezza dell’inutilità di operazioni quali Mare Nostrum o Triton passando poi ad una revisione degli accordi di Dublino che penalizzano chiaramente le nazioni europee di confine” ha spiegato Giorgia Meloni, secondo la quale sarebbe parimenti necessario da una parte reintrodurre in Italia il reato di immigrazione clandestina come utile “deterrente rispetto quell’idea che si ha oggi dell’Italia come terra di nessuno in cui ognuno può sbarcare e fare ciò che vuole”, dall’altra mettere a punto una norma più severa che “stabilisca che un espulso non possa più rientrare in Italia e richiedere accoglienza, ma sia inequivocabilmente identificato come un criminale” (chiaro il riferimento all’assassino di David Raggi).

Individuando in una legislazione più severa in termini di immigrazione un preambolo fondamentale per garantire la sicurezza in Italia, la Meloni non ha risparmiato un affondo a quelle forze politiche e non che bollerebbero come razziste le proposte di FdI, “la verità è che c’è molto più razzismo in coloro che seguono una demagogia buonista fregandosene poi di quanti arrivano in Italia, rispetto a coloro che, come noi considerano la sicurezza una questione fondamentale e non un capriccio da borghesi e insistono quindi per un regolamento dei flussi migratori”. Immigrazione e sicurezza dunque, ma anche immigrazione e identità culturale nel discorso di Giorgia Meloni, la quale a proposito del recente episodio avvenuto a Foligno, dove il preside di un istituto superiore ha vietato l’ingresso al prete per la benedizione pasquale ha detto “Il Crocifisso non rappresenta soltanto il Cristianesimo, ma anche e soprattutto le nostre radici culturali in quanto italiani, per cui quanti affermano di essere sentirsi da questo, affermano di conseguenza di essere offesi dalla nostra identità in quanto italiani, da ciò che noi siamo e se è così possono tranquillamente scegliersi un altro Paese in cui stare”.

In chiusura dell’incontro, infine, Giorgia Meloni ha espresso preoccupazione per quanto sta accadendo in Africa e soprattutto in Libia. “Sappiamo dai servizi segreti di mezza Europa che è l’Isis a selezionare chi entra in Europa, è una situazione che non possiamo accettare, Alfano continua ad affermare che non c’è pericolo, ma possiamo ancora fidarci di un ministro che ha lasciato che alcuni ultras olandesi mettessero a ferro e fuoco Roma?”. Per risolvere la crisi libica, Meloni propone un intervento europeo a fianco del governo legittimo di Tobruch, nonché la costituzione in loco di centri di accoglienza in cui valutare le proposte dei richiedenti asilo per poi “smistarli” tra i vari Paesi dell’UE.

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