Il Consigliere Melasecche, con le sue pesanti accuse nei confronti del sindaco Di Girolamo e della classe dirigente ternana, in relazione alle vicende di infiltrazioni mafiose nell’amministrazione romana sotto la guida dell’ex sindaco Alemanno, non fa altro che coprire di ridicolo se stesso.
Chi sa non rilascia comunicati stampa omertosi; circostanzia fatti e nomi, si assume le sue responsabilità.
Curioso poi che fu proprio lui tra i più agguerriti sostenitori, soltanto due anni fa’, di un referendum che permettesse a Terni di staccarsi dall’Umbria per finire proprio nella Regione Lazio, mentre Roma era guidata da Gianni Alemanno e la Regione era ancora in mano a Renata Polverini, costretta poi alle dimissioni per le vicende relative alla sua lista elettorale, ai suoi consiglieri regionali ed in particolare al capogruppo Fiorito.
Melasecche si diceva convinto che portare Terni nel Lazio sarebbe stato l’inizio di una sorta di resurrezione cittadina.
E proprio lui oggi vorrebbe puntare il dito contro qualcun altro?
Forse le recenti festività gli hanno fatto credere di poter tornare immacolato, ma la città non dimentica ed il M5S forse dovrebbe, nella sua furia inquisitoria, smettere di seguire in terreni melmosi personaggi come Melasecche.
(*) Segretario comunale