“Foiba Rossa – Norma Cossetto, storia di un’italiana”, domenica 24 febbraio verrà presentato il libro di Emanuele Merlino, autore del volume e vicepresidente del ‘comitato X febbraio’ nella casa dei ternani. Nella sala consiliare di Palazzo Spada, con tanto di patrocinio del Comune, l’assessore alle Politiche Giovanili e allo Sport Elena Proietti (FdI), accoglierà l’iniziativa di Casapound, il noto movimento di estrema destra che non nasconde simpatie ‘fasciste’.
Il tutto a pochi giorni dall’increscioso episodio di Narni Scalo, dove i militanti di Casapound hanno affisso senza autorizzazione manifesti, profanando la memoria di alcuni ragazzi scomparsi tragicamente in un incidente stradale.
Invece delle scuse, da parte del responsabile provinciale di Casapound, Piergiorgio Bonomi, era arrivata una risposta via social ad alcuni ragazzi di Narni che esprimevano il loro disappunto per quanto accaduto: “Eppure già nel 1600 i ternani li avete assaggiati”, aveva tristemente commentato Bonomi su Facebook, non ritenendo di dovere alcun chiarimento per la vicenda dei manifesti.
La questione è nota. La destra nazionalista e i movimenti tipo Casapound hanno preso a cuore la questione delle foibe, non per un reale interesse a una tragedia storica complessa, ma come ‘alternativa’ al Giorno della Memoria che ricorda le inequivocabili responsabilità del fascismo nella complice alleanza con la Germania dell’eccidio degli ebrei.
Una complicità che troppo spesso viene negata o mal tollerata, tanto che si è cercato di trovare nel dramma delle foibe l’argomento storico per dimostrare che i ‘cattivi’ sono stati i partigiani, o comunque quella parte di combattenti composita e trasversale che ha dato il suo contributo alla Liberazione. Il ragionamento è più o meno questo: “Noi siamo stati cattivi? E alloro loro?”.
Quanto di più antistorico e lontano dalla storiografia, a partire da una visione manichea di quei drammatici anni. Che il fenomeno delle foibe sia stato un dramma storico è fatto incontestabile, ma questo non può essere ridotto a strumento di fazione e militanza. E a ragione non si è utilizzata la parola politica, che è ben altra cosa. La politica non mette sulla bilancia due tragedie per pesarne ‘la cattiveria’. La politica deve dare gli strumenti ai cittadini per capire l’immane dramma della guerra civile che comporta, necessariamente, le più crudeli barbarie.