Ri. Fo.
Le amministrazioni Raffaelli e, in minor misura, Di Girolamo sono finite sotto la lente d’ingrandimento della magistratura contabile a causa di alcuni contratti di finanza derivata (Swap) che, approvati e rinegoziati, avrebbero causato al Comune di Terni ingenti perdite di denaro. La Corte dei Conti avrebbe stimato il danno erariale sui 2 milioni e 700mila euro circa: di questi, 2.695.748,62 euro sarebbero imputabili alla giunta Raffaelli, mentre 6500 euro a quella attuale. Tale danno sarebbe stato causato da una delibera di giunta del 10 agosto 2010, a seguito della quale il dirigente Francesco Saverio Vista è stato autorizzato ad estinguere le operazioni di finanza derivata nel momento in cui l’estinzione fosse risultata conveniente per il Comune. Mentre Di Girolamo e gli assessori coinvolti nella vicenda dovrebbero versare nelle casse del Comune di Terni, se la Corte dei Conti dovesse confermare il danno erariale nell’ambito dell’udienza fissata per il 6 marzo, circa 900 euro a testa, l’ex sindaco Raffaelli ed i componenti della sua giunta si ritroverebbero a dover pagare cifre che oscillerebbero fra i 90mila euro circa e i 317mila euro.
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