Terni ‘centro’ della politica; dopo l’ultimatum di Luigi Di Maio, il ‘discorso di Terni” di Matteo Salvini, nella serata di ieri i big del Pd hanno lanciato l’iniziativa “In difesa della Costituzione”, promossa in seguito agli attacchi della Lega e del M5S al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella sul ‘caso Savona’.
“Deriva fascista” e “leggi razziali”, Cesare Damiano e Graziano Delrio hanno attaccato duramente la linea politica dei “populisti” gialloverdi, ‘rei’, secondo i dirigenti dem, di portare l’Italia verso il crollo finanziario.
L’occasione è stata la serata organizzata all’Hotel Valentino a sostegno della candidatura di Paolo Angeletti, in lizza per la poltrona di Palazzo Spada alle Comunali di giugno. In realtà, come già accaduto per Di Maio e Salvini, di Terni si è parlato ben poco, tanto meno di Angeletti, ma tutta l’attenzione è stata concentrata sulla delicata situazione politica nazionale e la difesa della Costituzione, “messa a rischio” – secondo i dem – “dall’atteggiamento irresponsabile” dai pentastellati e dalla Lega.
Dopo l’improbabile apertura ‘storica’ della segretaria comunale Sara Giovannelli, che ha ricordato alla platea come gli antichi romani fossero notoriamente un popolo progressista, un excursus nei monasteri medioevali e uno nelle Signorie rinascimentali sui quali è meglio sorvolare; dopo l’intervento ‘ilare’, per così dire, del segretario provinciale Paolo Silveri, quelli istituzionali del senatore Leonardo Grimani e del candidato sindaco Paolo Angeletti, è stata la volta di Cesare Damiano, leader di Labdem e già Ministro e Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, e di Graziano Delrio, ex Ministro e Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
“Sono molto spaventato, perché non avrei mai pensato che dopo 70 anni avremmo dovuto mobilitarci per difendere la Costituzione – ha sottolineato Cesare Damiano – è necessario difendere la democrazia liberale. Il Pd deve essere un argine contro il populismo, la demogagia e le deriva fasciste alle quali stiamo assistendo con l’attacco scomposta al Presidente Mattarella che Luigi Di Maio e Giorgia Meloni hanno accusato di alto tradimento. Questi sono dilettanti allo sbaraglio – incalza Damiano – ma è anche colpa nostra se hanno vinto le elezioni e quello che sta accadendo è chiaro; Salvini vuole andare a nuove elezioni per mangiarsi Forza Italia e tenere al guinzaglio Di Maio”.
Non meno incisivo Delrio che ha sottolineato come “i ‘capricci’ di Salvini e Di Maio abbiano fortemente inciso in negativo sulle finanze dell’Italia. Il nostro è un paese che produce 400 miliardi di debito l’anno – afferma Delrio – e gli altri ce lo comprano. È chiaro che se si parla di uscire dall’Europa, gli altri paesi non saranno più disposti a comprare i nostri titoli o con tassi di interesse esorbitanti. Inoltre – prosegue l’ex ministro – non si può sbeffeggiare la Costituzione come fa Salvini che nel contratto di Governo ha promosso con Di Maio una legge che definirei razziale. Alla pagina 45 del contratto, infatti, si afferma che se genitori Rom non garantiscono la frequenza a scuola dei figli perderebbero la potestà genitoriale. Ma che paese stiamo diventando?”
Ecco il testo integrale del punto al quale fa riferimento Delrio:
Il dilagare dei campi nomadi, negli ultimi anni, l’aumento esponenziale di reati commessi dai loro abitanti e le pessime condizioni igienico-sanitarie a cui sono sottoposti ha reso tale fenomeno un grave problema sociale con manifestazioni esasperate soprattutto nelle periferie urbane coinvolte. Ad oggi circa 40 mila Rom vivono nei campi nomadi e il 60 per cento sono minori. Sono pertanto necessarie le seguenti azioni: chiusura di tutti i campi nomadi irregolari in attuazione delle direttive comunitarie; contrasto ai roghi tossici; obbligo di frequenza scolastica dei minori pena l’allontanamento dalla famiglia o perdita della responsabilità potestà genitoriale. In ogni caso, proponiamo di intervenire per il pieno superamento dei campi Rom in coerenza con l’ordinamento dell’Unione Europea.
Delrio conclude citando Antonio Gramsci contro la deriva del populismo afermando che “bisogna far sentire i cittadini sicuri nei propri comuni e avere grandi ideali; i nostri si fondano sullo spirito comunitario e sulla Costituzione”.
Il cerchio dem si chiuderà nella giornata di oggi con l’atteso comizio del segretario reggente Maurizio Martina che, alle 17.00, sarà a Piazza Solferino.